dal nostro inviato a Avezzano (Aq)
È come se fosse sempre stato qui e, invece, Silvio Berlusconi è tornato in Abruzzo solo di recente per sostenere la candidatura a governatore di Marco Marsilio. La gente lo acclama, chiede di poter scattare un selfie, gli grida «Silvio, Silvio» e «Grazie per quello che hai fatto all'Aquila».
Ieri a Teramo nella centrale Piazza dei Martiri, il presidente di Forza Italia ha potuto toccare con mano l'affetto della gente e lui ha ricambiato. Nella folla anche un tifoso con la maglia del Milan mentre un altro gli ha proposto di comprare il Teramo. «La gara contro il Monza? Forse tornerò», ha detto Berlusconi riferendosi al prossimo impegno della squadra locale contro quella di sua proprietà. Entrato nel Caffè Grande Italia si è messo dietro il bancone e ha servito i clienti con le pinze in mano. «Guardate questo tramezzino che bella faccia che ha. Tranquilli pago tutto io», ha assicurato divertito il Cavaliere. Anche durante l'incontro con gli imprenditori alla Camera di Commercio di Teramo, non si è risparmiato una battuta. Ricevuto in dono un piatto di ceramica dei Castelli, ha ringraziato scherzosamente: «È chiaro che dopo mi arriveranno gli altri 11 piatti per avere un servizio completo». Durante il viaggio verso Avezzano si è fermato in un autogrill e ha acquistato una copia dell'Apologia di Socrate, l'opera platonica contro le ingiustizie che ha spesso preso ad esempio.
Il messaggio che ha lanciato è stato semplice e chiaro. «L'Abruzzo ha detto - non può più perdere un giovane su tre a causa della mancanza di lavoro: bisogna decidere di far gravare meno tasse su queste aziende». Questa, ha spiegato, «si chiama fiscalità di vantaggio, e significa intorno a un 30% di tasse in meno che le aziende che investono in Abruzzo potranno avere». Un'altra priorità è la ricerca di duemila medici e paramedici per «evitare che ci siano abruzzesi costretti a recarsi fuori dalle Regione per trovare buone cure». Infine, l'argomento che più gli sta a cuore. «Bisogna ricostruire molto più in fretta applicando il nostro metodo di dieci anni fa, dopo il terremoto dell'Aquila», ha sottolineato ricordando che «a Natale 102 persone che vivono nelle case che ho fatto costruire mi hanno scritto per ringraziarmi».
L'Abruzzo di domani «o sarà governato da noi o dai Cinque stelle», ha detto alla platea avezzanese riunita nel Castello Orsini. «Se ci fossero tanti abruzzesi con gli occhi chiusi e la testa girata dall'altra parte della realtà, il futuro dell'Abruzzo sarà molto negativo: basta vedere cosa stanno facendo questi signori al governo», ha aggiunto ribadendo che il suo ritorno è connesso alla nuova minaccia. «Questa volta il pericolo grillino è molto più grave di quello comunista: non sanno nulla, si dichiarano loro stessi degli scappati di casa». Ecco perché, ha ammonito, «domenica dovete essere in campo per convincere familiari, amici e conoscenti, anche vecchi fidanzate e fidanzati a votare Forza Italia e se serve fate votare anche a pedate». Poi l'immancabile ironia. «Hanno dimenticato di portarmi la spada, volevo venire qui con lo spadone e nominarvi sacerdoti missionari di democrazia e di libertà».
Una metafora che viene riutilizzata poco dopo. «Sono un sacerdote della democrazia e della libertà e continuerò a dire Messa», ha affermato. È l'inizio di una nuova fase politica che parte proprio. «Sono tornato e non mi manderete più via», la sua promessa.
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