Cronache

"Ballate, non fate i compiti" È la scuola dei prof emotivi

I docenti più dem raccomandano per le vacanze mare e passeggiate. Moltiplicando i like su Facebook. E crescendo potenziali bamboccioni...

"Ballate, non fate i compiti" È la scuola dei prof emotivi

Se il ministro dell'Istruzione si scegliesse su Internet come i parlamentari grillini, ne avremmo uno eletto con percentuali kazake, ai limiti della beatificazione. L'uomo a cui l'Italia affiderebbe i propri figli è un professore di liceo di Fermo, che ha conquistato i cuori e i «like» di tutti - genitori, studenti ed ex studenti - condividendo sui social network una lista di 15 non-compiti estivi affidati alla sua classe.

Il fenomeno non è nuovo, ma finora si era limitato alla maestra Margherita, che ai suoi scolari delle elementari aveva consigliato di passare una bella settimana con la famiglia durante le vacanze pasquali. Idea carina perché limitata, ma che si è tramutata in moda. Certo, per diventare il papa laico della scuola italiana occorre qualcosa in più, bisogna toccare i tasti giusti e magari ammiccare al professore interpretato da Robin Williams nell' Attimo fuggente . Ecco dunque alcune idee dalla lista del prof di Fermo che sta spopolando: andare a camminare in riva al mare al mattino; ballare senza vergogna perché l'estate è una danza; non dire parolacce; nella luce sfavillante sognare come dovrà essere la vostra vita; tenere un diario; vedere l'alba in silenzio e riconoscenti; guardare film struggenti; leggere, perché leggere è la miglior forma di rivolta; usare termini nuovi; farsi domande. E poi, il colpo di grazia: «Siate allegri come il sole, indomabili come il mare». Boom di clic, esempio da seguire, finalmente un illuminato invece dei soliti insegnanti retrogradi tutti penna rossa e pagella. Santo subito.

Ora, al di là dell'ossessione per mare e sole che taglia fuori tutti i poveri studenti che passano le vacanze in montagna, nessuno può dire che il professore manchi di grazia e sensibilità. Gli insegnamenti di vita sono perfetti per i teenager in età da Smemoranda , li fanno sentire belle persone, sono pure delicati. Però il dubbio che si pone è un altro: possono questi 15 comandamenti da sinistra emotiva essere totalmente sostitutivi degli odiosi e un po' conservatori compiti delle vacanze? Oppure sono una nuova ingegnosa trovata per accaparrarsi la condiscendenza di studenti che giustamente preferiscono sport e relax ai riassunti dei Promessi sposi e di genitori che legittimamente preferiscono non farsi avvelenare il sangue a forza di chiedere «hai studiato?».

Perché in fondo dietro a questa moda delle liste di non-compiti tanto alati e poetici c'è la solita e un po' banale battaglia di tante famiglie. Si parte dalla petizione «Basta compiti» promossa dai genitori Dem e si arriva a «guardate come si riflette il sole». Poi fa niente se a settembre il verbo videor è ormai oscuro come la scrittura cuneiforme, le analisi di funzione arrancano e tocca impiegare un mese e mezzo per rinfrescare il programma arenatosi sulla spiaggia. Certo, battagliare con dei ragazzi per tre mesi è sfinente, molto più comodo sarebbe lasciarli pascolare allo stato brado tra pizze, dischi e telefonate dal 10 giugno al 10 settembre. Però poi nessuno provi più a lamentarsi del sistema scolastico, che «il programma di storia arriva al massimo alla Seconda guerra mondiale» e «i ragazzi escono dalle superiori non pronti all'università».

I «compiti» si chiamano così perché vanno fatti nonostante siano noiosi e molesti. Li abbiamo fatti tutti e nessuno ha smesso di sognare per questo. Insegnano che nella vita anche i momenti di tempo libero potranno essere guastati da impegni imprevisti; sviluppano il senso del dovere; educano ad accettare pure i lavori meno graditi; abituano alle estati dei vent'anni passate preparando gli esami tra fidanzamenti e birrette. Perché nessuno dice di non ballare e non passare il tempo con gli amici, ma magari tra un reggae e un tramonto, giusto per riposarsi, una versione di Seneca o un tema di letteratura si potrebbero pure fare. Così, per alternare. E per ricordarsi che una lista di «piaceri per le vacanze» farà pure raccogliere tanti «like» su Facebook, ma di sicuro serve a poco: i sedicenni hanno sempre guardato il mare, si sono sempre innamorati e hanno sempre tirato l'alba.

Nonostante i compiti e senza professori alternativi.

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