Cronache

La banda di rom minorenni incubo dei turisti in metro

Un'organizzazione criminale pilotava i baby ladri specializzati in borseggi: 29 gli arrestati

La banda di rom minorenni incubo dei turisti in metro

Partivano dal litorale romano per prendere d'assalto il cuore della capitale, borseggiando turisti e cittadini.

Ma da ieri il centro storico sarà più sicuro. I carabinieri della Compagnia Roma Centro hanno stretto il cerchio attorno a un'organizzazione criminale che reclutava e orchestrava bande di rom minorenni, che prendevano di mira chiunque incontravano nel loro cammino, facendogli sparire il portafogli.

Sono sessantaquattro le persone indagate, 29 quelle arrestate in flagranza di reato e 54 i minori fermati, tutti tra gli undici e i diciassette anni, quindi non imputabili, che sono stati affidati ai genitori e sei di questi denunciati per falsa attestazione sull'identità personale.

L'operazione è la conclusione dell'indagine «Lost Children», coordinata dalla procura della Repubblica di Roma e dalla procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni, avviata già nel 2017, che ieri ha portato all'arresto di altri quattro soggetti. I reati contestati agli indagati sono a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati, determinazione al reato di persona non imputabile, ricettazione, utilizzo fraudolento di carte di pagamento, false attestazioni sull'identità personale.

I carabinieri della Stazione di Roma San Lorenzo in Lucina, con l'ausilio della polizia romena giunta in Italia su richiesta del servizio di Cooperazione internazionale di polizia «Sirene», hanno analizzato numerosi furti di portafogli e cellulari nelle boutique del Centro e a bordo della metropolitana, messi a segno da vere e proprie gang di ragazzini, in prevalenza minorenni romeni. La professionalità con cui venivano rubati gli oggetti di valore alle ignare vittime e il consolidato metodo di fornire false generalità per cercare di spacciarsi per minori di 14 anni, ha indotto l'Arma a concentrarsi sulla rete degli sfruttatori, che usava i giovani e navigati borseggiatori per guadagnare così tanto da avere il necessario per sostenere economicamente intere famiglie di nullatenenti, almeno sulla carta.

Pedinamenti e intercettazioni telefoniche hanno permesso di scoprire che erano proprio i genitori e i parenti più prossimi dei giovani borseggiatori a sfruttarli, inviandoli tutti i giorni tra piazza di Spagna, piazza del Popolo e al Colosseo a ripulire le tasche delle vittime, sottraendo i ragazzini alla frequenza scolastica. È emerso un vero e proprio gruppo criminale, composto da famiglie di nazionalità romena di etnia rom, tutte legate da vincolo di parentela, stanziali sul litorale romano, principalmente a Lavinio e Anzio, da dove, ogni mattina, partivano le «batterie» di borseggiatori che invadevano il centro.

I soggetti rintracciati in Italia sono finiti in cella, agli arresti domiciliari o sono stati colpiti da obbligo di dimora o firma.

Chi è riuscito a sfuggire alla cattura è invece già nel mirino della polizia romena e del servizio di Cooperazione «Sirene».

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