"Matteo Salvini ha reso il razzismo accettabile. Non dichiaratamente, perché nessuno si proclama razzista in Italia, ma banalizzando. Cioè, lasciando passare per naturali associazioni mostruose, come quella tra i neri e i comportamenti criminali". Stefano Bartezzaghi va così all'attacco del ministro dell'Interno.
Il giornalista e scrittore, nonché allievo di Umberto Eco, intervistato dall'Huffington Post, critica la linea politica del leader della Lega, che considera essere il primo responsabile di questa banalizzazione del razzismo. E, infatti, sostiene ancora: "È così che il razzismo è diventato, di fatto, più possibile di prima".
Dopo l’affondo al responsabile del Viminale, Bartezzaghi si schiera contro alla televisione e ai social network, che definisce essere "I nuovi protagonisti della banalità, nonché luogo privilegiato per studiarla". Il Docente di Semiotica e teorie della creatività all'Università Iulm di Milano, proprio criticando i social, torna a commentare il "fenomeno" Salvini: "Lui ha fatto compiere un passo in avanti al populismo mediatico. Grazie ai social network, si traveste da uomo comune. Salvini rappresenta continuamente se stesso per quello che non è. E lo fa direttamente, camuffandosi".
E non è tutto, perché prosegue e rincara la dose: "Salvini è riuscito a scalfire la mentalità di un Paese, il nostro, che è tradizionalmente un popolo di migranti, accogliente […] I suoi bersagli sono
l'immigrazione nera e i rom (ma, soprattutto, i neri). Adottando la logica dei social network, è riuscito a far passare l'idea che la sua sia un'operazione verità […] Non importa che la realtà smentisca la sua tesi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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