I trionfo del Monza calcio permette a Berlusconi di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Ma non sono sassolini sportivi. Nel corso di un'intervista al Tg5 il leader azzurro dimostra di essere tutt'altro che «stanco e annoiato» come riportato dal Corriere della sera domenica. «Proprio come già accaduto nel '94 - dice il presidente di Forza Italia - ho deciso di scendere in campo. Non possiamo permetterci di lasciare il Paese nelle mani di governi di incapaci». «Il nostro partito - spiega il leader azzurro - è ancora centrale nella politica italiana, e proprio per la sua radice liberale, cristiana, garantista, europeista e atlantista».
Insomma Berlusconi c'è e con lui tutto il partito. E lo spirito dell'intervista si ritrova anche nella lettera al Corriere della Sera con la quale il leader azzurro dimostra la vivacità della proposta politica del suo partito e la stessa coesione del gruppo dirigente. La lettera si è resa necessaria come replica a un articolo dove si ipotizzavano spaccature e frizioni, con una descrizione poco aderente - secondo Arcore - della vita interna al partito.
Per conoscere cos'è Forza Italia, suggerisce Berlusconi, non basta «limitarsi a raccogliere le maldicenze di pochi scontenti». È più utile «parlare con le migliaia di militanti, di dirigenti, di eletti, con i parlamentari e i membri del governo, che partecipano con entusiasmo al nostro progetto politico». «Un progetto liberale, cristiano, europeista, garantista - scrive il leader azzurro -, che rende Forza Italia la chiave di volta di un centrodestra di governo, l'espressione in Italia della maggiore famiglia politica europea, il Partito popolare europeo». «Nella grande manifestazione di Napoli - aggiunge Berlusconi rivolgendosi direttamente al direttore Fontana - solo pochi giorni fa, alla quale Lei ci ha fatto l'onore di partecipare come ospite, questa Forza Italia si è stretta ancora una volta non tanto intorno alla mia persona, ma intorno alla nostra linea chiara e responsabile. La linea di chi ha voluto per primo il governo Draghi e lo sosterrà lealmente, senza rinunciare ai nostri principi, fino alla scadenza naturale della legislatura». L'ex premier interviene anche sulla guerra in Ucraina, dichiarando ancora che «la posizione di Forza Italia e mia personale è fin dall'inizio quella espressa nella risoluzione di condanna da me votata nel Parlamento europeo e poi ribadita in modo formale e ufficiale in tante votazioni e in tante occasioni». «Naturalmente - aggiunge - rimane l'angoscia per i lutti, per le distruzioni, per i tanti danni diretti ed indiretti del conflitto e la preoccupazione di risolvere presto questa crisi così grave, definendo un nuovo assetto della sicurezza nell'Europa dell'Est».
«In un grande partito liberale possono esistere divergenze di opinione su singoli aspetti: questo è del tutto normale, anzi salutare - aggiunge Berlusconi -. Si discute a lungo e poi si arriva a una sintesi, della quale io come fondatore e leader di Forza Italia sono espressione e garante». E, conclude, «i miei collaboratori e i dirigenti di FI attuano soltanto le mie indicazioni e nei loro comportamenti ho ovviamente piena fiducia».
All'interno però c'è chi come Paolo Damilano, già candidato sindaco di Torino per il centrodestra, sceglie di smarcarsi dalle «derive populiste che affliggono il centrodestra» e porta il suo «Torino bellissima» nell'alveo di Azione.
«Un fulmine a ciel sereno» lo definisce Paolo Zangrillo coordinatore di Forza Italia in Piemonte, che aggiunge: «Se descrive il centrodestra per quello che non è, mi fa capire che non ha ancora metabolizzato la sconfitta elettorale».
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