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Bavaglio a Grillo: stop alle frasi aggressive. E sulla consultazione online si teme il flop

Senza un plebiscito, Giuseppi di nuovo sulla graticola. Il nodo terzo mandato

Bavaglio a Grillo: stop alle frasi aggressive. E sulla consultazione online si teme il  flop

Un nuovo simbolo con tanto rosso e il richiamo al 2050, una sede di pregio a due passi da Montecitorio, un Garante, un Presidente e tanti nodi da sciogliere. A partire dal terzo mandato. Il M5s del futuro comincerà a prendere vita nei giorni del 2 e del 3 agosto, data della prima convocazione della votazione online degli iscritti sullo Statuto elaborato da Giuseppe Conte e Beppe Grillo. La piattaforma SkyVote è pronta, ma la reazione della base è un'incognita. «Qua in tanti abbiamo paura che il voto sullo Statuto e su Conte possa tramutarsi in un flop», ci confida una fonte parlamentare dei Cinque Stelle. E la preoccupazione sarebbe condivisa dallo stesso ex premier. Molti i dubbi. Innanzitutto la tenuta del sito che si appresta a sostituire Rousseau. Se il sistema di Davide Casaleggio spesso e volentieri andava in tilt, non è detto che l'urna virtuale nuova di zecca sia immune da problemi. La seconda questione è la partecipazione. Una bassa affluenza di attivisti esporrebbe immediatamente la nuova leadership al fuoco di fila delle critiche, interne ed esterne. Terzo punto, il consenso di Conte. Parecchi pentastellati non danno affatto per scontato il plebiscito. Né per la consultazione sullo Statuto, né per quanto riguarda la successiva incoronazione dell'ex premier nel ruolo di presidente del Movimento.

Ed è tornata di attualità la telenovela sulla regola del limite dei due mandati. Non si fa menzione della cosa nel nuovo Statuto, eppure Conte sarà costretto ad affrontare il nodo il prima possibile. Il giurista tentenna. Sa bene che ogni decisione scontenterà qualcuno. Una deroga tombale manderebbe su tutte le furie gli eletti al primo mandato. Una blindatura del principio gli metterebbe contro tutti i circa sessanta parlamentari al secondo mandato, compresi big del calibro di Luigi Di Maio, Roberto Fico, Stefano Patuanelli, Paola Taverna e tutti i ministri. La soluzione che provocherebbe meno mal di pancia è la deroga ai meritevoli - da votare online - che salverebbe i pezzi da novanta, deludendo però almeno quaranta-cinquanta eletti esperti.

«Il M5S riparte con nuovo slancio e nuova forza», annuncia Conte nel video in cui lancia il Movimento rinnovato. Ribadisce la «piena agibilità politica del presidente» e «la chiara separazione tra ruoli di garanzia e di indirizzo politico». «Conte ha tutto il mio sostegno», commenta Luigi Di Maio. «Il Presidente è l'unico titolare e responsabile della determinazione e dell'attuazione dell'indirizzo politico», si legge nello Statuto. Il Garante «è il custode dei valori fondamentali dell'azione politica» e «ha il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme del presente Statuto». A Conte, spettano le nomine, gli incarichi e la gestione della comunicazione. Un ufficio di segreteria coadiuverà il leader. Tra i nuovi organi c'è il Consiglio nazionale, composto dal presidente, dal vice presidente, dai capigruppo in Parlamento, da un rappresentante degli europarlamentari, da uno eletto dai parlamentari nazionali e da un rappresentante della delegazione al governo. Istituiti tre comitati (progetti, formazione e aggiornamento, rapporti europei e internazionali). Conte ha parlato anche di gruppi territoriali e forum tematici. Una curiosità: nella carta dei valori c'è un punto sulla «cura delle parole». «Le espressioni verbali aggressive devono essere considerate al pari di comportamenti violenti», si legge.

Vaffa al Vaffa di Grillo.

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