"Bella Ciao", i 21 attivisti della Freedom Flotilla saranno espulsi

La Handala bloccata dall'Idf. A bordo due italiani: uno firmerà per tornare, l'altro sarà rimpatriato

"Bella Ciao", i 21 attivisti della Freedom Flotilla saranno espulsi
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Un mese dopo la fallimentare spedizione della nave Madleen per raggiungere Gaza con a bordo Greta Thunberg, naufraga (in senso metaforico) anche la seconda missione dell'ong Freedom Flotilla fermata dalla marina israeliana. La nave Handala era salpata lo scorso 13 luglio da Siracusa facendo tappa il 18 a Gallipoli con a bordo 21 attivisti di 10 nazionalità tra cui due italiani (lo skipper Tony La Piccirella e il blogger Antonio Mazzeo) e due parlamentari del partito francese di estrema sinistra La France Insoumise con l'obiettivo di arrivare a Gaza con un carico simbolico di aiuti. Come prevedibile, essendoci una guerra in corso, nella notte di sabato la nave è stata intercettata dalla marina israeliana e, con l'arrivo dei militari, è andata in scena la consueta sceneggiata da parte degli attivisti in diretta sui social con tanto di "Bella ciao" fischiettata in sottofondo. Nel proprio comunicato ufficiale la Freedom Flotilla ha parlato di un "atto di pirateria" da parte degli israeliani e uno dei due attivisti italiani, Antonio Mazzeo, ha registrato un video in cui afferma di essere stato "rapito dalle forze di occupazione israeliane" chiedendo di fare "pressione sul governo italiano".

In realtà non c'è stato bisogno di nessuna pressione perché il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha subito parlato con il ministro israeliano Gideon Saar che ha spiegato le due opzioni sul tavolo per gli attivisti: o firmare una dichiarazione per andare in aeroporto e lasciare subito il Paese, oppure venire fermati presso una struttura detentiva locale con rimpatrio forzato nei prossimi tre giorni. Come ha spiegato Tajani: "Uno dei due ha deciso di rimanere e farsi espellere, l'altro credo sia orientato a rientrare in Italia accompagnato dai nostri diplomatici".

Perciò nessun pericolo né "rapimento" (tant'è che, appena sbarcati, gli italiani sono stati assistiti dal personale dell'ambasciata) ma ciò non ha impedito di continuare lo show con gli attivisti che hanno annunciato di voler fare uno sciopero della fame per protestare contro Israele e il "genocidio" di Gaza rivolgendosi "ai governi del mondo che hanno mancato di difendere il diritto internazionale" che "hanno abbandonato i palestinesi" e "deluso l'umanità" chiedendo siano "dichiarati responsabili".

Come se già non bastassero le parole degli attivisti, ieri è andato in scena il coro di surreali dichiarazioni della sinistra italiana, da Fratoianni che domanda al governo di "garantire l'incolumità degli italiani" a Rifondazione Comunista che parla di "sequestro dei pacifisti della Freedom Flotilla" fino al sindaco di Bari che chiede "di convocare l'ambasciatore israeliano".

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