Politica

Berlino attacca ancora Salvini: "Riaprite i porti alle navi ong"

La Germania torna a premere sul governo italiano per obbligarlo ad accogliere i migranti: "Che senso ha far aspettare le navi?"

Berlino attacca ancora Salvini: "Riaprite i porti alle navi ong"

Berlino torna a sparare pesantemente contro il governo italiano. "L'Italia apra i propri porti alle navi delle organizzazioni non governative che soccorrono i migranti nel Mediterraneo". L'appello è stato lanciato in queste ore dal ministro dell'Interno Horst Seehofer che lo ha rivolto direttamente a Matteo Salvini lamentando che, "negli ultimi dodici mesi, la Germania ha accolto 180 profughi soccorsi nel Mediterraneo" e accusando l'Italia di non fare abbastanza per gestire l'emergenza sbarchi. Un'accusa del tutto priva di fondamento visto che l'Unione europea ha ci lasciati per anni soli a gestire i flussi irregolari di disperati che si imbarcavano dalle coste del Nord Africa.

Nelle ultime settimae gli attacchi del governo tedesco sono stati continui. Anche la recente rivelazione della presenza di due giornalisti della tv di Stato Ard a bordo della nave Sea Watch 3 hanno fatto riaprire gli occhi sugli interessi di Berlino a fomentare il caos nel Mar Mediterraneo per mettere in difficoltà il governo Conte e, in modo particolare, Salvini. Secondo l'inchiesta pubblicata da un sito di contro informazione vicino all'estrema destra, il Journalistenwatch.com, il blitz della comandante Carola Rackete a Lampedusa (dall'incursione al largo della Libia all'arrivo nel porto siciliano e allo speronamento contro le motovedette della Guardia di Finanza) sarebbe "una geniale opera di propaganda" dell'emittente pubblica tedesca, "probabilmente con l'intento di provocare un confronto con le autorità italiane a ogni costo". Un disegno inquietante che, secondo un approfondimento del Guardian, potrebbe aver avuto appoggi anche all'interno dell'esecutivo guidato dalla cancelliera Angela Merkel (tesi, tra l'altro, avvalorata anche dall'ex capo dei servizi segreti Hans-Georg Maaßen).

Dopo il silenzio stampa successivo al caso della Sea Watch 3, imbarcazione appartenente a una ong tedesca, Seehofer è tornato a picchiar duro contro Salvini cavalcando il caso della Gregoretti, nave della Guardia Costiera ormeggiata da domenica scorsa davanti al porto di Augusta con a bordo 115 immigrati clandestini. "Matteo, che senso che mettere sempre in atto la stessa procedura se finisce sempre che i migranti scendono a terra?", ha polemizzato ieri durante una conferenza stampa a Berlino. "Voglio evitare - ha continuato - che si ripeta ogni volta lo stesso schema, con una nave con i migranti che aspetta 8 o 14 giorni davanti alle coste italiane e Salvini che non vuole che scendano a terra. Ma finisce sempre che scendono comunque a terra, vuoi perché i migranti collassano, si ammalano o ci sono donne incinta". Dopo il recente vertice di Helsinki, i due ministri dell'Interno dovranno rivedersi a settembre per fare il punto sull'emergenza immigrazione. In quell'occasione la Germenia presenterà una nuova procedura che da una parte "risponda alla necessità del salvataggio in mare" e che dall'altra "riesca a bloccare il traffico umano degli scafisti".

I rapporti, però, tra i due Paesi restano sempre tesi. E non solo per le continue pressioni della stessa Merkel per far scarcerare Carola Rackete quando era stata arrestata. Anche le recenti rivelazioni sui "dublinanti" rispediti a Roma con voli charter dopo essere stati "storditi e sedati" ha ulteriormente incrinato i rapporti. E le indebite sollecitazioni di Seehofer non fanno altro che peggiorare la situazione rendendo il confronto e il dialogo impossibili. Anche perché Salvini non è disposto a retrocedere di un solo millimetro.

"Noi non apriamo niente, i porti restano chiusi - ha messo in chiaro il leader leghista durante una diretta su Facebook - non siamo il campo profughi d'Europa".

Commenti