Berlino Uno dei giochi più semplici ma efficaci l'ha messo online il Berliner Morgenpost: «Sapreste ridisegnare il confine fra le due Germanie?». La sfida per i frequentatori del sito del giornale era avvicinarsi il più possibile alla vecchia cortina di ferro con l'aiuto di una penna rossa guidata dal mouse.
Ieri i tedeschi hanno festeggiato il ventottesimo anniversario della riunificazione: il 3 ottobre del 1990 meno di un anno dopo il crollo del Muro di Berlino la Repubblica federale annetteva i territori della disciolta Repubblica democratica. Scuole ed uffici chiusi e concerti in strada, i tedeschi non hanno perso l'occasione per festeggiare. A rovinare l'atmosfera hanno invece provveduto circa duemila neonazisti partiti in corteo dalla stazione centrale della capitale tedesca. «Noi per la Germania», lo slogan della doppia manifestazione attraverso il centro: una la mattina e una nel tardo pomeriggio. Fra eventi, mostre e il concertone serale alla Porta di Brandeburgo, a Berlino erano attese un milione di persone; un'occasione ideale per i dimostranti con le magliette anti-Islam e le braccia tese per cercare visibilità e, all'occorrenza, lo scontro con le numerose contro-manifestazioni organizzate dalla sinistra. L'obiettivo numero uno delle teste rasate è ancora una volta Angela Merkel amica degli immigrati e dei profughi, e lontana dall'ideale di una Germania senza stranieri ma soprattutto «libera, sociale e nazionale».
La cancelliera, dal canto suo, ha partecipato alle celebrazioni ufficiali, con la messa ecumenica al Berliner Dom e il concerto di Beethoven alla Berliner Staatsoper. In un Paese scosso dalle recenti violenze a sfondo xenofobo a Chemnitz e preoccupato dai dati ufficiali appena circolati sui Länder orientali che arrancano, Merkel ha sottolineato che «la riunificazione è un processo in corso. La sfida ha aggiunto è quella che ogni tedesco sappia ascoltare i propri concittadini: solo così potremo avere successo». Più apertamente politico il discorso ufficiale del presidente del Bundestag Wolfgang Schäuble, che nel 1990 era il ministro degli Interni del cancelliere Helmut Kohl e negoziò il passaggio di poteri con la Ddr.
La riunificazione, ha detto Schäuble, «è una seconda chance per la Germania: di conseguenza non dobbiamo mai sottrarci alle nostre responsabilità storiche né mettere in discussione la democrazia liberale». E quasi rivolto ai dimostranti neonazisti in corteo nel centro di Berlino ha aggiunto: «Nessuno in questo Paese ha il diritto di affermare che solo lui rappresenta il popolo».
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