Berlusconi sfida il Partito della Nazione. È quasi pronto per venerdì, infatti, un blitz a Napoli per sostenere il candidato azzurro Gianni Lettieri. Una battaglia, quella all'ombra del Vesuvio, che ha dei connotati politici interessanti posto che la candidata del Pd, Valeria Valente, è sostenuta ed abbracciata anche da Verdini e Alfano. In pratica una prova di Partito della Nazione che ha provocato un terremoto nel Pd ma che i sondaggi dicono non vincente. E Berlusconi non si sottrarrà a denunciare l'inciucio e il tradimento: in fondo sia Alfano sia Verdini sono stati suoi bracci destri e adesso fornicano con la sinistra. «Il vecchio bipolarismo è finito», si sgola il senatore verdiniano Vincenzo D'Anna cercando di spiegare i salti della quaglia. A smascherare il giochetto, però, ci pensa il piddino Antonio Bassolino: «Più che il partito della nazione è il partito delle province di Napoli e Caserta». E ancora: «Ala non ha chiesto assessorati? Ci credo, il Pd non ne avrà a disposizione». Nel senso che qui il Pd sta naufragando.
E non aiuterà neppure la calata di Angelino Alfano che proprio oggi arriverà a Napoli per presentare la sua lista «Napoli Popolare» assieme al coordinatore regionale di Ncd Gioacchino Alfano e alla candidata sindaco Valente. Berlusconi, quindi, arriverà presto - probabilmente venerdì - a Napoli per lanciare il suo Lettieri che qui corre senza la gamba della Meloni. Fratelli d'Italia, infatti, ha deciso di appoggiare il suo Marcello Taglialatela che però non ha alcuna chanche di farcela. Ad anticipare il Cavaliere, Renato Brunetta, proprio ieri nel capoluogo campano: «Lettieri andrà tranquillamente al ballottaggio e poi tra lui e De Magistris i napoletani, senza bisogno di inciuci, sapranno per chi votare - attacca - De Magistris i napoletani lo hanno conosciuto già prima e poi come sindaco. La Valente è quella delle primarie taroccate e non andrà al ballottaggio».
La campagna elettorale si scalda e non mancano i toni aspri un po' ovunque. A Roma, per esempio, sono pure comparsi dei manifesti taroccati con il logo di Forza Italia; e accanto al nome Mussolini (candidata capolista con Marchini) quello di Hitler. «Abbiamo appena fatto una denuncia contro ignoti per diffamazione - spiega Mussolini - Questi manifesti sono riferibili a persone che temono Marchini e quanto accaduto esula dalla sfida politica. Dispiace che ci siano dei vigliacchi in giro». «Una mascalzonata che farà guadagnare voti a Forza Italia», commenta Antonio Tajani.
Sempre nella capitale, invece, torna a parlare l'ex candidato azzurro, Guido Bertolaso: «Nessuno mi ha detto di ritirarmi, nessuno ha deciso per me, nessuno mi può dare ordini e impormi una cosa che non voglio fare, è stata una scelta autonoma e indipendente», giura. E poi: «Mi sono tolto il peso di questo frullatore mediatico».
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