Berlusconi è centrale: una vittoria di tutti centrodestra più forte

Tajani: «Noi unica coalizione omogenea» Toti attacca i dirigenti ma il partito lo isola

Berlusconi è centrale: una vittoria di tutti centrodestra più forte

La telefonata nel pomeriggio è piena di complimenti reciproci. Silvio Berlusconi e Matteo Salvini commentano il successo del centrodestra in Abruzzo, concordano che la scelta di Marco Marsilio (Fdi) come governatore è stata quella giusta e si lasciano con un appuntamento per la prossima settimana, anche con Giorgia Meloni, sul voto in Sardegna, Piemonte e Basilicata.

Il clima cordiale e disteso, raccontano, conferma che la coalizione si sente rafforzata e prepara nuove vittorie locali. Sul governo, il discorso è diverso, con Salvini che rassicura il M5s sul contratto gialloverde, il Cavaliere che insiste a chiedere di staccare la spina ora che gli italiani cominciano ad abbandonare i grillini e la Meloni che cerca un rapporto preferenziale, tra sovranisti, con la Lega. La vittoria abruzzese è di tutti, ma nella coalizione contano gli equilibri. Se la Lega è primo partito e Fdi guadagna, Forza Italia deve rimarcare la sua tenuta, nella prospettiva di un nuovo governo, sempre più possibile a quota 50%.

«La coalizione di centrodestra - sottolinea in un'intervista al Corriere della Sera il vicepresidente di Fi, Antonio Tajani - è l'unica che abbia la forza e la capacità di guidare il Paese. L'unica possibile, omogenea, con un programma comune su contenuti, non su slogan». Il capo dell'Europarlamento aggiunge: «Senza Fi non si vince, non esiste un centrodestra che possa fare a meno di noi. FdI aveva il suo candidato e questo ha contato nella crescita, la Lega ha preso quello che ci si aspettava».

I conti li fa Giorgio Mulè: «Fi replica di fatto il risultato elettorale delle elezioni politiche del 4 marzo - precisa il portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato -, perché al 9,1% va aggiunto il lusinghiero 3% della lista della Dc, che correva con Fi. Quindi il dato raggiunge il 12%». Per la capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini, la «strada maestra» è il centrodestra unito e per il governo «è iniziato il conto alla rovescia». La fedelissima del Cav Licia Ronzulli avverte: «Salvini abbia stessa lungimiranza di Berlusconi quando era Fi a trainare la coalizione».

Anche perché ci si prepara al voto di maggio, con Berlusconi capolista che lavora per riunire il centrodestra in Europa, con un'alleanza tra il Ppe di Fi e i Conservatori di Lega e FdI, che renderebbe più forte la ricandidatura di Tajani al vertice dell'Europarlamento. «Alle europee - spiega il vicepresidente azzurro - correremo con l'Udc e altre forze centriste e supereremo il 15%».

Ma al messaggio positivo sulla lezione abruzzese, si oppone quello di chi alimenta divisioni interne. «Fi cala ancora - attacca il governatore ligure Giovanni Toti, su Facebook - e perde circa altri 5 punti dalle elezioni di un anno fa. C'è qualcuno che ha voglia di fare qualcosa e mettersi in gioco, oppure dobbiamo scomparire per salvare ancora per qualche mese la poltrona dei nostri dirigenti? Sveglia!!!». L'appoggiano il coordinatore in Emilia Romagna Galeazzo Bignami e il deputato Giorgio Silli, insieme alla Meloni. Sono di più, però, le voci contro Toti. «I problemi ovviamente ci sono - dice la capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini - ma la soluzione non può essere solo fare da reggicoda al governo Di Maio-Salvini». Per la vicepresidente della Camera, Mara Carfagna «non ha senso riproporre un modello di sudditanza verso Salvini».

Dice il coordinatore sardo Ugo Cappellacci: «Toti prima invita alla crociata del rinnovamento, poi la diserta». E il deputato Andrea Ruggieri: «Basta fare la femminuccia offesa e isterica. Alzi i tacchi e venga a dare una mano».

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