nostro inviato a Fiuggi
La chiamano «la forza della moderazione» alla convention di Fiuggi, organizzata dal presidente azzurro del parlamento europeo Antonio Tajani. E, il giorno prima dei ballottaggi, la classe dirigente di Fi la individua nell'orgoglio di un'identità ritrovata dopo anni difficili, nella riscoperta del carattere «rivoluzionario» del movimento del '94 («Altro che M5S!») e nella mobilitazione sul territorio.
A galvanizzare i suoi è il Silvio Berlusconi tornato in campo per le amministrative. Berlusconi che invade i mass media e promette una vittoria che aprirà la strada a quella politica. Berlusconi che parla già di un governo del centrodestra, ancora unito e a traino azzurro. Tutto è di nuovo possibile, si dicono l'un con l'altro i 350 partecipanti di Fiuggi, ce la possiamo fare, contro Renzi, contro Grillo. «Mentre cambiano l'Italia e l'Europa - assicura Tajani - Fi torna ad essere centrale, dimostra di essere il primo partito del centrodestra, l'unico radicato e forte in tutto il territorio nazionale». Arriva la telefonata da Arcore di Berlusconi, che segue da lontano il meeting, si congratula, incoraggia, infonde fiducia. «Il presidente - spiega Tajani, dopo averci parlato - ha appena confermato che non ci sarà una lista unica, che alle prossime politiche correremo con il simbolo di Fi, perché il centrodestra non è un minestrone dove si mischia tutto, un'accozzaglia di ex, ha i suoi valori e la guida va a chi ha più consenso, con tutto il rispetto degli alleati. Dobbiamo essere orgogliosi della nostra identità, nessun complesso d'inferiorità, non siamo la ruota di scorta di nessuno. Berlusconi non molla mai e solo con lui possiamo raggiungere certi risultati».
L'orgoglio azzurro è il tema centrale di quasi tutti gli interventi. Nella grande sala ci sono sindaci, come quello di Frosinone Antonio Ottaviani, passato al primo turno con il 57% dei voti e di Gaeta Cosimo Mitrano, che è arrivato al 54%, anche primi cittadini di zone terremotate da Camerino a Norcia, da Nocera Umbra ad Ascoli. E poi consiglieri comunali e regionali di tutt'Italia, parlamentari nazionali ed europei come Renato Schifani, Lucio Malan, Deborah Bergamini, Alessandra Mussolini, Elena Centemero, Franco Carraro, Massimiliano Salini, Francesco Giro.
Si chiama «L'Italia e l'Europa che vogliamo» la convention nella città delle terme e prepara una tre giorni a settembre, che sarà ben più vicina alla prova delle urne nazionali. Temi trattati: immigrazione, terrorismo e difesa europea agli aiuti alle imprese, alla ripresa economica e occupazionale, alla riforma fiscale e della giustizia, alla lotta alla burocrazia. «Se alle politiche nessuno raggiungerà la maggioranza assoluta e si cercherà un governo di unità nazionale, dovremo strappare il Paese ai denti dei populisti», dice Ottaviani. E il sindaco toscano di Pietrasanta, Massimo Mallegni: «Dobbiamo conquistare lo spazio del centro e solo Fi può farlo».
Il primo cittadino di Ascoli, Guido Castelli, insiste: «Dobbiamo recuperare gli astensionisti e gli amministratori possono fare molto». La Centemero batte sulla concretezza delle promesse, niente «libro dei sogni» e sulle donne in politica. La Bergamini ammonisce: «Non siamo il partito degli inciuci».
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