Fare come nel '96 quando Silvio Berlusconi calamitò attorno a sé la crème di professori e intellettuali d'area. Allora si avvicinarono al Cavaliere teste pensanti come Marcello Pera, Lucio Colletti, Vittorio Mathieu, Piero Melograni, Giorgio Rebuffa e Saverio Vertone. Oggi, questo il compito di Parisi, si deve fare come dieci anni fa: attrarre il meglio della società civile, delle professioni e degli esperti in vari settori per far ripartire il sogno liberale e portare il centrodestra al governo.
Questo trapela dal faccia a faccia Berlusconi-Parisi, avvenuto ieri a villa Certosa in Sardegna: un primo incontro, testimoni Sestino Giacomoni e Valentino Valentini, in cui s'è parlato della convention parisiana del 16 settembre. Berlusconi ha ribadito il suo pensiero a Mister Chili Tv: «Occorre allargare il consenso calamitando gente nuova. Solo così Forza Italia potrà tornare al 21 per cento. Poi, con la Lega al 15 per cento e Fratelli d'Italia al 5 il centrodestra potrà vincere le elezioni al primo turno. Questo è il nostro obiettivo». E ancora: «La nostra gente deve capire che dopo il no al referendum non ci sarà Grillo ma un centrodestra liberale e di governo».
Parisi, in linea con l'ex premier, s'è detto determinatissimo ad andare avanti col progetto e ha tratteggiato le sue idee da esporre alla convention di Milano. Sebbene Parisi avesse ricevuto pure il mandato di fare una due diligence del partito, pare che di Forza Italia si sia parlato ben poco. Ci saranno occasioni per riparlarne in futuro molto prossimo. Di fatto, la «cosa » parisiana e il partito sono due cose distinte che, per adesso, devono marciare divise per colpire unite. Al termine dell'incontro, una nota ufficiale rende noto i contenuti del summit: «L'incontro è stato l'occasione per fare il punto sull'analisi della situazione politico-organizzativa di Forza Italia, compito che il presidente aveva affidato a Parisi nel luglio scorso. L'incontro è anche servito per approfondire l'impostazione della conferenza programmatica Megawatt- Energie per l'Italia - Idee per riaccendere il Paese». E poi il senso della kermesse parisiana: «Questo evento, distinto e separato dall'attività di Forza Italia, è rivolto non ai politici ma ai cittadini che non sono mai stati coinvolti nella politica e prosegue il progetto che Berlusconi persegue dal 1994 per far crescere ed aggregare un'area politica basata sui valori e sulle idee dei liberali, dei cattolici, dei riformatori, attraverso programmi concreti, proposti da persone credibili, in un continuo rinnovamento della politica».
Parisi, in ogni caso, vuole allargare i confini del centrodestra coinvolgendo persone che non necessariamente siano etichettate con le categorie novecentesche destra-sinistra. «Categorie obsolete», sostiene Parisi. L'importante è l'impronta liberale. A testimonianza di ciò, l'incontro in serata a Lodi con Franco Debenedetti, autore del libro Scegliere i vincitori, salvare i perdenti.
Debenedetti, presidente dell'Istituto Bruno Leoni, nel suo lavoro mette nero su bianco i mali atavici del nostro Paese: la programmazione statale, la strategia industriale e la pretesa di mettere becco nel mercato drogando il sistema. Musica per le orecchie di Parisi che proprio dall'Istituto Bruno Leoni trae linfa e idee per la sua kermesse. Il nocciolo del suo programma: lo Stato deve fare non uno ma due passi indietro. E mettersi a dieta.
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