«Renzi? Copia il nostro programma, ma lo copia male». Silvio Berlusconi sceglie la conferenza regionale degli amministratori del partito - organizzata da Marcello Fiori che è pronto a «esportare» questo format in tutta Italia - per un ritorno in grande stile tra la gente e per un esercizio di leadership vecchio stampo. Basta attese e rinvii tattici. È tempo di stare in prima linea, caricare dirigenti ed elettori e tracciare la strada per la vittoria.
«Girerò l'Italia con Fiori per incontrare gli amministratori locali. Dobbiamo dare inizio a una grande crociata di democrazia, mettere in campo un impegno della stessa portata di quello del '94» è il messaggio. E Fiori si dice pronto: «Alle idee rivoluzionarie di Silvio Berlusconi dobbiamo coniugare la capacita di tutti gli eletti nell'acquisire il consenso». La fiducia nel futuro è quella di sempre. «Renzi dal 42% di consensi è sceso al 30,5%. Salvini - che è un campione, ma è arrivato al limite delle sue possibilità - è al 26. Io sono al 25%. È un miracolo considerato che loro sono stati in tv sei ore a settimana, io sei ore in un anno». Ma «Forza Italia può tornare a essere il primo partito, number one in Italia: mi sono sempre dato traguardi ambiziosi, gli amici sorridevano e i nemici sghignazzavano, ma poi ho raggiunto tutti gli obiettivi. Dobbiamo tirarci su le maniche, io sarò con voi presente in ogni regione».
Le stoccate per Renzi non mancano, sia pure sul filo dell'ironia. «Sono felice, mi sembra di essere tornato ai tempi della scuola. È incredibile, mi copiano tutto. Renzi mi copia sul ponte sullo Stretto e sui limiti al contante. In realtà mi copia sempre un po' male, per il ponte parla solo dei treni. Una volta che lo fai perché dovresti limitarti a quello? Renzi dice che almeno due volte al giorno dico una cosa giusta, come un orologio rotto. Lui ha detto una cosa giusta una volta in un anno quando ha detto che vuole tagliare le case sulla casa, come noi in passato». Il problema, spiega Berlusconi, è il modus operandi del premier che con il voto di un sesto degli italiani cambia la Costituzione, mostrando «pulsioni autoritarie».
Berlusconi ha già in mente larga parte del programma con cui vuole presentarsi agli italiani. «L'anima di Forza Italia è: più libertà e meno tasse». Quindi: via la tassa sulla casa, via l'imposta di successione, avanti con la flat tax che permetterà ai contribuenti di iniziare a pagare le tasse oltre un certo reddito. E ancora: via l'Irap, «la tassa più odiosa», chiusura di Equitalia e riduzione della pressione fiscale sotto il 40% «come quando eravamo noi al governo». Un programma marcatamente liberale capace di garantire maggiore benessere a tutti gli italiani. Ma c'è spazio anche per un rilancio sul fronte del welfare . «Penso a pensioni per le mamme casalinghe oltre ad assegni di emergenza per le famiglie senza introiti». E poi la suggestione del ritorno alla lira, ma senza abbandonare l'euro. «I trattati non lo impediscono. Serve una doppia moneta che affianchi l'euro e agevoli i consumi, come un tempo le Am-Lire. Dovremmo fare una prova, ma sono sicuro che funzionerebbe». E poi l'introduzione del «vincolo di mandato per gli eletti, abbiamo avuto 49 eletti nelle liste del Pdl che hanno dato il voto a questo Senato pasticciato». E infine una profonda riforma della giustizia - «sono 40 anni che il Parlamento non fa una legge che sia sgradita all'Anm» - con l'introduzione dell'istituto della cauzione come negli Usa, la riduzione della durata dei processi e il divieto di appellabilità per le sentenze di assoluzione.
di Fabrizio de Feo
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