Oggi a Fiuggi Silvio Berlusconi presenterà' il nuovo Manifesto per la libertà, che sarà alla base del rilancio di Forza Italia. «Lo diffonderemo anche sulla rete - racconta nella Suite Royale dell'hotel, dov'è appena arrivato - per raggiungere quanti più cittadini possibile. Spiegherà i nostri valori e che i nostri congressi comunali e provinciali saranno aperti a tutti, anche ai non iscritti delle liste civiche, a quella che ho chiamato Altra Italia ed è quella della gente di buonsenso, i liberali e cattolici vicini al nostro mondo, ma che magari non sono andati a votare oppure lo hanno fatto esprimendo solo rabbia e protesta».
Il leader di Forza Italia ha una tavola apparecchiata («ma mi aspetta solo un riso in bianco»), però non si sottrae ad una domanda sulle frasi di Matteo Salvini ad Atreju, quelle sui tentativi di far entrare al governo FdI, ma non Forza Italia. «Bisogna capirlo, lui ha il problema di tenere i rapporti con il M5s, ma non mi preoccupano certe sue dichiarazioni. Abbiamo raggiunto un buon accordo l'altro giorno, che riconferma l'unità della coalizione in una prospettiva futura. È quello che conta».
Sul discorso che farà oggi alla convention azzurra, organizzata dal vicepresidente Antonio Tajani, Berlusconi anticipa che farà «una fotografia della situazione in Italia e del nostro giudizio sull'operato del governo». A questo il Cavaliere opporrà «ciò di cui per noi il Paese ha davvero bisogno, dalla riforma del fisco, della burocrazia, della giustizia a quello che Fi dovrà fare con il Ppe per cambiare l'Europa, darle una politica estera e della difesa comune».
A Fiuggi il leader di Fi arriva verso sera, accolto dai fans che lo aspettano da due ore e gli gridano in coro «Silvio, Silvio, solo un presidente». Per tutta la giornata tra gli azzurri è serpeggiato il malcontento per l'atteggiamento di Salvini. «Si sa che i grillini dopo il vertice hanno fatto molto chiasso- è il commento che passa di bocca in bocca- però, proprio dopo aver rilanciato il centrodestra unito....».
Anche Tajani, avverte: «Salvini non può avere la botta piena e la moglie ubriaca. Il suo matrimonio contronatura con i 5S non durerà molto. E comunque, noi siamo contenti di non essere dentro a questo governo». Prima del dibattito sul rilancio di Fi, anche il portavoce dei parlamentari, Giorgio Mule' risponde al Capitano leghista: «Non ci vuole? E non sa che si perde». La capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini, sottolinea: «Non è coerente ribadire la collocazione nel centrodestra e affermare che questo governo durerà 5 anni. Se la Lega cede alle demagogiche ricette economiche della Casaleggio, troverà Fi di traverso».
Nella seconda giornata della convention si parla di immigrazione e le critiche al vicepremier leghista sono pesanti. «Non basta dire: chiudiamo i porti, fermiamo le navi come la Diciotti e poi gli immigrati sono scesi. Se seguiamo Austria e Ungheria e chiudiamo le frontiere ci rimangono tutti in casa. Invece, incidiamo sui problemi a monte, in Africa, cambiamento climatico, carestia, siccità. Servono grandi investimenti, un Piano Marshall, non un milione di euro come dice Salvini, ma 50-60. E allora serve l'Europa, come per il corridoio balcanico, con i 6 miliardi alla Turchia».
Posizioni molto diverse da quelle del Salvini amico di Kurz e Orban, come di Bannon. Posizioni che, prevede Tajani, alle prossime europee «spaccheranno il centrodestra su due diverse concezioni di Europa». L'ammonimento era già venuto dalla presidente del Senato, Elisabetta Casellati: «L'Italia deve parlare con una voce sola». Giorgio Silli, responsabile immigrazione di Fi, insiste su polizia di frontiera, riforma di Dublino, borse di studio agli africani per formare una classe dirigente. «Il decreto Salvini? Ogni governo mette le sue toppe, ma serve un piano organico. Serve un codice per armonizzare le leggi e la Bossi- Fini va rivista».
Fi cerca un suo futuro, molti dubitano che la coalizione andrà lontano. E il serbatoio dove cercare i consensi perduti è l'Altra Italia di liste civiche, astenuti, fuggiaschi. Se ne occupa Massimo Mallegni, che insiste: «Per aggregare puntiamo su proposte concrete, come le tasse locali. Sindaci e amministratori locali sono il tramite con questo mondo, sul territorio, e chiedono più spazio».
C'è l'idea, spiega il responsabile Enti locali di Fi, Marcello Fiori, di far votare ai congressi provinciali e comunali di gennaio non solo gli iscritti ma anche i rappresentanti dei movimenti civici per gli organismi locali». Molti si lamentano dell'accordo sulle Regionali, soprattutto per il candidato-governatore dell'Abruzzo, destinato a FdI. «Ma come, lì siamo i più forti!».
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