"I veri populisti siamo noi". Silvio Berlusconi fa il punto sul futuro del centrodestra. "Il centrodestra è già competitivo, se è vero, come dicono tutti i sondaggi, che unito è la prima area politica del paese. Questo d’altra parte è assolutamente logico, vista la crisi del Pd e l’improponibilità del Movimento Cinque Stelle come forza di governo. Però a noi non basta un centrodestra competitivo, vogliamo un centrodestra vincente. Questo significa un centrodestra che sappia parlare agli italiani delusi, a quelli che oggi sono lontani dalla politica, che non vanno a votare. Sono persone concrete, pragmatiche, alle quali non possiamo proporre soltanto slogan o frasi ad effetto", spiega il Cavaliere in un'intervista a La Verità. Poi parla del programma: "Dobbiamo presentare loro un progetto concreto e realizzabile, indicando i modi, i tempi, i costi e i componenti del governo col quale pensiamo di realizzarlo. Solo così avremo credibilità e attenzione. Per fare questo non bastano i politici di professione: abbiamo bisogno di persone che nella loro vita professionale, nell’impegno sociale, nell’attività culturale, nel mondo dell’impresa e del lavoro abbiano dimostrato con i fatti quello che sono in grado di fare. Stiamo lavorando con protagonisti della cosiddetta società civile che non hanno mai fatto politica e che sono apprezzati e stimati per il successo che hanno saputo conquistarsi. A loro vogliamo riservare almeno la metà degli eletti di Forza Italia alle prossime elezioni politiche, accogliendo i suggerimenti e le indicazioni che abbiamo chiesto, e che continuano ad arrivarci dalle categorie e dalle associazioni professionali".
Poi il Cav parla anche della leadership della coalizione: "Sinceramente oggi il tema di chi guida la coalizione è l’ulti - mo in ordine di importanza. Osservo solo una cosa: il leader di una coalizione deve essere capace di fare sintesi delle esigenze di tutti, e soprattutto essere attrattivo verso gli incerti e gli astensionisti. Le posizioni che vengono definite con disprezzo dalla sinistra populiste, nel centrodestra che immagino hanno piena cittadinanza, anzi sono assolutamente rilevanti. Solo lo snobismo intellettuale dei salotti della sinistra può liquidarle con sufficienza". A questo punto Berlusconi torna sul tema dell'Europa e dell'euro e sottolinea l'esigenza di una doppia moneta: "Non è certo il primo esempio di doppia circolazione monetaria. Chi ha una certa età ricorderà la Am Lire, in uso in Italia dal 1943 al 1953. I più giovani hanno familiarità con i bitcoin , una moneta virtuale che affianca quelle reali in moltissime transazioni monetarie internazionali. Un processo europeo concordato, nel quale l’Euro mantenesse il ruolo di valuta di riferimento negli scambi internazionali, ma le monete nazionali riprendessero a circolare in modo da restituire agli stati una parziale sovranità monetaria, potrebbe essere la strada per conciliare due esigenze apparentemente contrapposte e dare all’Euro la funzione che avrebbe dovuto avere fin dal principio". Berlusconi poi suggerisce l'idea di un reddito minimo per i più poveri: "La nostra proposta non ha nulla a che vedere, se non in apparenza, con quella di Grillo. In comune c’è solo la constatazione che la povertà ha raggiunto in Italia livelli del tutto inaccettabili e incompatibili con un paese civile. I numeri sono impressionanti: nel nostro paese ci sono 15 milioni di poveri, fra i quali 4,6 milioni di persone che vivono in condizione di povertà assoluta. Questo significa che hanno problemi ad assicurarsi il cibo o un tetto sulla testa, e che vivono di sussidi pubblici o della carità privata. Non possiamo assistere a questo senza fare nulla.
Il nostro progetto parte dagli studi del massimo economista della scuola di Chicago, il premio Nobel Milton Friedman, simbolo dell’eco - nomia liberista, che propose già alcuni decenni fa l’imposta negativa sul reddito".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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