Berlusconi pensa a Milano: ho un asso nella manica

Verso le amministrative: il profilo per il candidato è quello di un uomo di successo. Matteoli sarà il pontiere azzurro al tavolo con Carroccio e Fdi per tutte le candidature

Berlusconi pensa a Milano: ho un asso nella manica

Berlusconi accelera sulle amministrative di primavera prossima. Vuole trovare al più presto la «quadra» con gli alleati sulle candidature e buttarsi a capofitto nella campagna elettorale. A questo proposito ieri mattina, prima di volare alla volta di Arcore, ha incontrato a Palazzo Grazioli il senatore Altero Matteoli, a cui ha dato mandato di attivare un tavolo con Fratelli d'Italia e Lega. L'obiettivo: individuare al più presto gli uomini giusti da far correre nelle città chiamate alle urne. E gli alleati, attraverso Fabio Rampelli per Fratelli d'Italia e Roberto Calderoli per il Carroccio, hanno fatto sapere che il conclave è cosa buona e giusta. Sembrano quisquilie ma invece non è così: dopo Bologna i rapporti tra i principali partiti di centrodestra si sono fatti più assidui e morbidi. Funziona il mantra del Cavaliere che, anche ieri, ripeteva ai suoi «l'unità del centrodestra prima di tutto. Sono gli elettori che ci vogliono insieme e i miei sondaggi lo dimostrano. Dopo la manifestazione emiliana anche Forza Italia ha ripreso a salire». Sta di fatto che martedì prossimo Matteoli aprirà un primo tavolo interno per discutere di candidature. Seduti ci saranno Giovanni Toti, Paolo Romani, Renato Brunetta, Sestino Giacomoni e Marcello Fiori.Per Milano, il Cavaliere sostiene di avere un asso nella manica che potrebbe piacere molto anche al Carroccio. Il nome, però, non lo vuol fare per «evitare di bruciarlo. Mica sono matto». Di sicuro non sarà un politico ma avrà le caratteristiche che piacciono molto all'ex premier: imprenditore e uomo di successo. Per Roma ci sarà da sciogliere il rebus legato a Fratelli d'Italia. Non è un mistero che a Berlusconi non dispiaccia Alfio Marchini su cui, tuttavia, è già arrivato il pollice verso di Giorgia Meloni. La quale, per il Cavaliere, andrebbe bene ma lei stessa ha già fatto capire di non aver nessuna voglia di correre per il Campidoglio. E poi c'è Torino, dove continua a circolare il nome dell'ex parlamentare azzurro Osvaldo Napoli. Qui la partita non è affatto persa e Fassino corre dei rischi visto che, alla sua sinistra, il landiniano Giorgio Airaudo macina consensi. Quindi Napoli, dove i guai di De Luca potrebbero andare a tutto vantaggio del centrodestra dove, per ora, resta in pole Gianni Lettieri. Braccio di ferro in vista con la Lega, invece, per Bologna: qui ognuno ha presentato il proprio candidato di bandiera; Galeazzo Bignami gli azzurri, Lucia Borgonzoni i verdi. Facile che, per fare la sintesi, entrambi alla fine siano costretto al passo indietro. A maggio poi si voterà anche Bolzano e in queste ore Michaela Biancofiore è al lavoro per sondare gli alleati. Un nome forte sarebbe quello dell'ex ministro Franco Frattini ma non è dato sapere se lo stesso darebbe la sua disponibilità o meno.Al di là del totonomi il dato politico essenziale è che Berlusconi ci metterà la faccia, convinto com'è che il Pd abbia iniziato la sua discesa: un po' per i guai che travolgono i suoi uomini (Napoli e Roma su tutti); un po' perché, con la sua ridiscesa in campo, Forza Italia sarà destinata a lievitare. Indeciso se appalesarsi o meno oggi a Milano alla manifestazione «Start 2016. Ppe daily school», organizzata al palazzo delle Stelline dall'europarlamentare azzurro Stefano Maullu, il Cavaliere dovrebbe però telefonare per un saluto e dettare la linea. Una linea che non cambia: «Faremo opposizione assieme a Lega e Fratelli d'Italia. Certo, alcune cose sulla legge di Stabilità vanno bene, almeno nei titoli; ma complessivamente diremo di no».Il ritorno sulla scena del Cavaliere, in ogni caso, produce nervosismo sia in casa Renzi sia tra gli ex amici di Berlusconi. La prova? Giovedì sera, al Viminale, s'è tenuto un faccia a faccia segreto tra Raffaele Fitto e Angelino Alfano.

I due, va ricordato, si sono sempre detestati anche perché all'epoca della scissione alfaniana il più duro nei confronti di Angelino era proprio l'ex governatore della Puglia. Ora, invece, i due si cercano e si trovano.

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