Ribadisce il suo no alle primarie, Silvio Berlusconi, secondo cui si tratta di un metodo che ha portato "i peggiori sindaci che si sono visti a Milano, a Genova, a Roma, a Napoli, perché sono altissimamente manipolabili e non sono un procedimento previsto dalla nostra Costituzione".
"Si domandi: ma per caso De Gasperi, Craxi e, se permette, lo stesso Berlusconi sono venuti fuori dalle primarie?", dice il Cavaliere in un'intervista a Telerama, sottolineando che per la scelta del prossimo leader del centrodestra, assicura: "È un procedimento non monarchico, ma democratico. Ci sarà certamente un leader che emergerà e sentito come tale da parte del popolo dei moderati che guiderà questa grande crociata e questa possibilità unica esistente nell’attualità del nostro paese per superare la sinistra. Abbiamo di fronte un anno e mezzo, due anni, forse due anni e mezzo per andare a votare alle prossime elezioni politiche. Se i moderati sapranno impegnarsi, credo che possa essere possibile raggiungere questo traguardo. Per quanto riguarda i leader degli altri partiti credo che anche loro debbano iniziare a convincersi ad abbandonare le loro ambizioni personali, i loro narcisismi, per il bene del Paese. Io sono qui, con il mio buonsenso, la mia esperienza di uomo di Stato, di governo, a dare una mano in questa direzione", ha aggiunto a Italia7.
Poi la stoccata a Raffaele Fitto e Angelino Alfano: "Io nel 2011, costretto alle dimissioni dalla presidenza del Consiglio, avevo lasciato la politica e Forza Italia era nelle mani di Alfano. Questo, come altri professionisti della politica, hanno usato FI come un taxi. Quando mi richiamarono perché senza me FI era sceso all’11,7%, io esitaii ma tornai in campo e mi dovetti buttare negli ultimi 45 giorni della campagna elettorale. Ma mi mancò la possibilità di seguire la formazione delle liste che furono affidate al potente di turno nelle varie Regioni. Alfano si prese la Sicilia, Cosentino la Campania, Fitto la Puglia e Fitto, sempre contro quello che aveva predicato, decise personalmente e senza alcun procedimento democratico, i candidati alla Camera ed al Senato. La sua esperienza è terminata e, per essere sincero, ci siamo tolto un grande peso. Auguro buona fortuna a Fitto, ma attenzione che gli elettori non lo votino, sarebbe un voto dato direttamente a Michele Emiliano".
Anche per le Regionali, Berlusconi era pronto al passo indietro: "Non volevo assolutamente partecipare a questa campagna elettorale", dice a Italia7, "Sono stato messo fuori dalla politica, sono incandidabile per sei anni ma ho sentito e sento una responsabilità forte quella di far capire ai cittadini che non votano a sinistra, i moderati, la necessità che si trasformino da maggioranza numerica a maggioranza politica organizzata che abbiano un ruolo importante nel paese. Ho iniziato con un segno di vicinanza per Giovanni Toti in Liguria e da tutte le Regioni al voto si è scatenata una richiesta ed il mio senso di equità mi ha portato ad un programma impegnativo. Si può chiamare una presenza di vicinanza la mia, non una campagna elettorale".
Poi si dice sicuro: "Mi piace pensare di ottenere alle prossime elezioni regionali il risultato migliore per noi. Noi crediamo che ci sia la possibilità di un buon risultato. Pensiamo alla Campania come risultato assolutamente possibile, diamo per certa la vittoria nel Veneto, pensiamo che anche in Liguria sia possibile una nostra affermazione perché la sinistra è divisa in due mentre il nostro Giovanni Toti è riuscito a riunire intorno a sé tutte le forze del centrodestra. Pensiamo che ci sia questa possibilità anche in Umbria e nelle Marche e fondiamo questa ipotesi sul fatto che davvero molti e molti cittadini di queste regioni hanno detto di essere stanchi della prepotenza, dell’arroganza e della pervasività del potere della sinistra".
Infine un commento su Matteo Renzi: "Sono meravigliato da tanti passaggi del suo percorso", dice il Cav, "Lui aveva fatto dichiarazioni plurime assicurando che non sarebbe andato a Palazzo Chigi se non tramite regolare elezioni e rimproverando a D’Alema di non averlo fatto. Ed invece è successo che lui eletto sindaco di Firenze con centottomila mila voti, poi attraverso queste primarie che non sono previste dalla nostra costituzione e sono manipolabilissime è diventato segretario del partito democratico e da lì si è addirittura paracadutato a Palazzo Chigi...
Non posso affermare che sia un comunista ma la politica di sinistra trova ancora in Renzi un suo sostenitore. Renzi sino ad ora, per tutte le politiche economiche messe in campo, ha fatto soltanto cose di sinistra e non ha applicato quella equazione del benessere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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