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Berlusconi: sì agli aiuti Ue. L'alleanza non si spacca: dal premier solo insieme

Oggi Fi presenta il suo piano. Respinta l'idea di Conte di ricevere i 3 partiti separatamente

Berlusconi: sì agli aiuti Ue. L'alleanza non si spacca: dal premier solo insieme

Dopo il no alla partecipazione agli Stati Generali, Silvio Berlusconi non si tira indietro di fronte alla nuova richiesta di dialogo lanciata da Giuseppe Conte. L'idea è di sedersi al tavolo con proposte concrete con cui scoprire l'eventuale bluff.

Oggi «presenteremo le nostre proposte per il rilancio dell'economia» dice parlando con il Tg5. «Speriamo che il governo ci ascolti ed avvi una collaborazione concreta e non solo formale». E sull'intenzione del premier di ricevere i tre partiti separatamente da Forza Italia rimarcano l'intenzione di presentarsi uniti, respingendo così il tentativo strumentale di dividere la coalizione. Stessa linea sposata dalla Lega.

Il piano di Fi consisterà di un documento di circa 100 pagine. Tra le proposte, un patto fiscale che consenta di chiudere i contenziosi con un pagamento dilazionato; incentivi alla filiera automotive; una legge di rigenerazione urbana per favorire l'abbattimento e la ricostruzione di vecchi edifici; un piano casa come fattore trainante dell'economia; un ecobonus esteso anche alle seconde case e agli immobili di proprietà delle società.

Per Berlusconi, «esiste un'altra Italia che anche in questa situazione drammatica si è dimostrata seria, laboriosa, onesta. Un'altra Italia che alla politica chiede di essere lasciata lavorare senza stravolgere le regole del mercato, ad esempio attraverso la flat tax. L'Italia non può permettersi ondate di scioperi, manifestazioni, problemi di ordine pubblico. Sono stupito del fatto che non sia ancora avvenuto nulla di tutto questo, nonostante l'inerzia del governo. Questa è una prova di grande maturità degli italiani».

Il presidente di Forza Italia ritorna a mettere in guardia dall'autolesionismo del «no» al Mes. «Sarebbe un disastro se fossimo costretti a fare a meno dell'aiuto dell'Europa e questo per la scarsa capacità di incidere del governo. Ci sono poi idee stravaganti come rinunciare al Mes, come vorrebbero i grillini, ma non prendere i primi danari a costo zero non dà all'Europa l'idea che le nostre esigenze siano davvero pressanti».

Il leader di Forza Italia non vede all'orizzonte nubi nei rapporti interni al centrodestra. «L'opposizione è fatta di forze politiche molto diverse: noi siamo liberali, cattolici, garantisti, europeisti e rappresentiamo il Ppe in Italia, con i nostri alleati abbiamo sempre trovato una sintesi. Sulle Regionali l'accordo è fatto da mesi e non ci sono motivi per cambiarlo». Da quanto si raccoglie negli ambienti del centrodestra la trattativa avrebbe, in effetti, fatto passi in avanti importanti nelle ultime ore e non è escluso che possa passare lo schema iniziale con Raffaele Fitto in Puglia e Stefano Caldoro in Campania. Berlusconi, parlando con Rai News, ha stemperato le tensioni anche sulla leadership. «Il leader della coalizione? Quando andremo a votare e vinceremo, indicheremo alla guida del governo il leader della forza politica che avrà ottenuto più voti. Oggi questa forza politica è certamente la Lega: io non entro nelle loro dinamiche interne, tra alleati si usa così, consapevoli che la concorrenza leale all'interno del centrodestra ci fa solo bene perché consente una crescita di tutta la coalizione».

Sulla richiesta di dialogo di Conte - sulla quale ieri sia Matteo Salvini che Francesco Lollobrigida di Fratelli d'Italia hanno aperto uno spiraglio - comunque l'impressione diffusa dentro Fi è che ci sia «il dovere di dimostrarsi costruttivi» come argomenta Alessandro Cattaneo «ma che quello di Conte non sia altro che un altro esercizio estetico.

Purtroppo il populismo dei Cinquestelle unito al pauperismo di questo Pd sta facendo sprecare una grande occasione al Paese».

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