Il dado è tratto. Il nome del presidente e fondatore di Forza Italia sarà nella scheda elettorale. Berlusconi ha infatti rotto gli indugi e ha dato la notizia in diretta nel corso della trasmissione Radio anch'io estate. «Una mia candidatura? Ci sto pensando - spiega ai microfoni di Radio Uno -, ho avuto pressioni da parte di tantissimi non solo in Forza Italia, penso che alla fine mi candiderò al Senato così farò contente tutte queste persone che me lo chiedono».
Il suo è praticamente un tour de force. Tra interviste e videomessaggi social il leader azzurro è entrato nel vivo della campagna elettorale. E dopo la pioggia di critiche da parte della sinistra sulla sua idea di introdurre una flat tax al 23%, il Cavaliere torna a parlare della riforma del Fisco. «Quando nel '94 il ministro Martino e io proponemmo la flat tax - racconta Berlusconi ai microfoni di Radio anch'io estate -, abbiamo studiato 57 esperienze in altrettanti Paesi. Non è corretto dire che la flat tax costi di più, almeno nel medio periodo perché l'evasione e l'elusione diventano meno convenienti, fa emergere il sommerso». «Pensiamo - aggiunge - che la crescita faccia bene a tutti, è questa la differenza tra noi e la sinistra. E comunque noi siamo responsabili e procederemo con gradualità e nel rispetto dei conti pubblici. Non vogliamo certamente fare nuovo deficit».
Nove anni dopo la decadenza provocata dalla legge Severino, Berlusconi è pronto dunque a tornare a Palazzo Madama. L'esperienza, la maturità, il rispetto delle istituzioni sono gli strumenti che permettono al leader azzurro di lavorare come elemento di garanzia all'interno della sua coalizione. E sulla ipotesi di una investitura a premier per Giorgia Meloni Berlusconi non ha dubbi. «Chi ha mai detto di no? Noi abbiamo detto che chi ha più voti proporrà al capo dello Stato il nome del candidato premier, se sarà Giorgia, io sono sicuro che si dimostrerà adeguata al difficile compito».
Il tema della premiership per il leader azzurro non è però tra i più cogenti di questa campagna elettorale. «Questa competizione interna non mi interessa. Mi preme di più occuparmi delle cose da fare: battaglia contro l'oppressione fiscale e burocratica. E se sarà Giorgia a ricevere l'incarico, sono sicuro che si dimostrerà adeguata al difficile compito». E la mossa di Enrico Letta di costruire una sorta di «blocco» elettorale contro la possibile vittoria del centrodestra per Berlusconi è una strategia antistorica e fuori contesto. «Ho l'impressione - dice - che questa preoccupazione sia molto enfatizzata dalla sinistra. Il Partito democratico in questi giorni sembra impegnato a creare un nuovo Cnl, come se si trattasse di liberare il Paese dal nazismo. Tutto questo è un po' ridicolo e non fa bene di certo alla qualità del dibattito politico. In Europa c'è molta più maturità, più responsabilità, più rispetto per noi e per l'Italia». D'altronde l'idea lettiana di difendere le garanzie democratiche della nostra Costituzione è altrettanto paradossale dal momento che proprio il Pd - come ha ricordato proprio ieri sulle pagine del nostro giornale - «governa da anni senza mai aver vinto le elezioni».
E sulla ribalta di Twitter, poi, Berlusconi non risparmia strali di ironia nei confronti di coloro che stanno cercando affannosamente di costituire un terzo polo.
I moderati, ripete da tempo il leader azzurro, hanno un punto di riferimento solido e affidabile in Forza Italia e sul social attacca: «Fa sorridere che l'ex segretario del Pd e un parlamentare europeo eletto nel Pd scoprano solo ora che il partito Democratico è un partito di sinistra che non tollera concorrenti alla sua sinistra. Sono manovre di palazzo, quelle che io un tempo definivo teatrino della politica».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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