Ormai è chiaro: nel centrodestra ci sono almeno due modi di fare opposizione. Due stili differenti. E se la Lega occupa il parlamento per protesta contro il governo, Silvio Berlusconi prende le distanze: «Noi operiamo in maniera diversa, usiamo metodi e linguaggio diversi dai nostri alleati».
Il leader di Forza Italia ripete a Mattino Cinque che una coalizione non è un partito unico e nel centrodestra gli azzurri sono «l'anima liberale, cattolica, garantista ed europeista, portatori dei valori occidentali». Distante dai sovranisti del Carroccio e di Fdi, anche se la stessa Giorgia Meloni non si accoda alle iniziative d'urto di Salvini, anzi le critica.
Quasi ogni giorno, ormai, il Cavaliere batte sulle «posizioni differenti nei confronti dell'Europa», tra gli alleati. Con Salvini ha parlato giorni fa della pietra dello scandalo, il Mes, ma ognuno è rimasto sulle sue posizioni. Opposte. E l'ex premier insiste: «Non ho mai sentito nessuno spiegare con motivazioni convincenti perché dobbiamo dire di no a 37 miliardi di euro a un tasso bassissimo. Può essere un cinico gioco per allontanare l'Italia dall'Europa ma non capisco proprio la posizione dei nostri alleati sul Mes». Parla anche della Meloni, che sul Salva Stati è d'accordo con il Capitano.
La linea diversa su collaborazione con il governo e valutazione degli interventi europei non mina, però, il giudizio negativo sui giallorossi. «Nella fase 1 - spiega Berlusconi- il governo ha seguito, con qualche colpevole ritardo, un percorso sostanzialmente obbligato. Nella fase 2, mi appare confuso e sta prendendo decisioni importanti da solo, senza approfondire in parlamento. Il governo sbaglia, sta facendo troppo poco e troppo tardi». Per il leader azzurro, lo Stato dovrebbe garantire, attraverso le banche, «piccoli prestiti di emergenza, sino a 3mila euro, per chi non lavora», poi il blocco immediato «di ogni accertamento fiscale per tutto il 2020 e un taglio netto della burocrazia, cancellando il codice degli appalti e tutte le autorizzazioni per aprire un'impresa». Il motto di Berlusconi è «più liquidità, meno tasse e meno burocrazia». Al governo non vede le capacità per imboccare la strada giusta, anche se è convinto che non sia il momento di aprire una crisi e immaginare nuove maggioranze. Per ora, Fi si fa portavoce soprattutto del mondo produttivo. L'occasione però è ghiotta per rivendicare il valore della competenza ed attaccare i grillini: «Forse l'unica cosa buona di questa tragedia - dice il Cav- è il fatto che ha spazzato via, spero per sempre, tutto il bagaglio ideologico dei 5Stelle e la retorica dell'uno vale uno, l'esaltazione dell'incompetenza, le fantasie sulla decrescita felice, l'idea di ragazzi di 30 anni che non hanno mai lavorato possano guidare un grande Paese».
In parlamento gli azzurri incalzano Conte. «È ormai un disco rotto», dice la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini. E per Deborah Bergamini serve una fase 2 «asimmetrica».
Il Cav è d'accordo con la governatrice calabrese Jole Santelli, che fa riaprire bar e ristoranti. «Bisogna considerare l'indice di contagio - dice- e lì è sceso a 0,6». Oggi saranno tutti i presidenti di regione azzurri, dal Piemonte alla Basilicata al Molise, a confrontarsi con il leader sulla fase 2.
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