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Berlusconi adesso lancia protesta dei gilet azzurri: "Basta tasse ai cittadini"

In una nota il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, lancia l'allarme sulla manovra economica del governo

Berlusconi adesso lancia protesta dei gilet azzurri: "Basta tasse ai cittadini"

Anche in Italia, come succede in Francia ormai da mesi, scenderanno in piazza i gilet. Ma non gialli, bensì azzurri, quelli di Forza Italia, che occuperanno le piazze italiane a partire da gennaio per protestare contro il governo e le misure contenute nella manovra. Incassato già il primo battesimo, con la protesta messa in atto in Aula della Camera prima del voto di fiducia e replicata poi all'esterno, davanti Montecitorio, i gilet azzurri si apprestano a una grande mobilitazione, chiamati alla "carica" direttamente da Silvio Berlusconi. Nel tardo pomeriggio, mentre in Aula proseguono le dichiarazioni di voto sulla fiducia posta dal governo sulla manovra, tutti i deputati di Forza Italia indossano all'improvviso delle pettorine azzurre con su scritti alcuni slogan: da "Giù le mani dalle pensioni" a "Basta tasse" fino a "Giù le mani dal non profit".

Subito richiamati all'ordine dal presidente Roberto Fico, costretto a sospendere la seduta per 5 minuti, i deputati FI hanno quindi lasciato l'emiciclo per inscenare una sorta di sit in in Transatlantico, al grido di "Pensionati all'attacco". Infine i parlamentari, indossando sempre i gilet azzurri, si sono diretti all'esterno, per bissare il sit in davanti l'ingresso principale di Montecitorio. Negli stessi minuti, viene diffusa una lunga dichiarazione del leader Silvio Berlusconi nella quale, attaccando pesantemente il governo e la manovra, annuncia: "I gilet azzurri indossati dai nostri parlamentari sono il simbolo di un'Italia che non vuole distruggere, ma ricominciare a costruire: un'Italia che dice basta tasse, giù le mani dalle pensioni, giù le mani dal volontariato, giù le mani dall'Italia che lavora e che produce! Gli stessi gilet azzurri a gennaio saranno nelle piazze di tutte le città italiane per continuare la mobilitazione contro il governo giallo-verde a fianco dell'altra Italia seria e lavoratrice che ancora una volta viene ingiustamente penalizzata".

E ancora: "Nessuno deve sottovalutare la gravità assoluta di quello che sta succedendo alla Camera in questi giorni, nel metodo e nel merito. Nel metodo, si stanno obbligando le Camere a votare - senza quasi averla letta - una manovra scritta sotto dettatura proprio di quei burocrati di Bruxelles che si diceva di voler sfidare e sconfiggere. Per fortuna è prevalso il buon senso e si è evitata una sanzione europea, ma il prezzo per ottenere questo è stato una legge di bilancio che gli italiani pagheranno molto cara. La manovra innanzitutto aumenta le tasse, contraddicendo clamorosamente non soltanto gli impegni elettorali del centro-destra, ma l'esigenza di far ripartire il paese. L'aumento della pressione fiscale complessiva è un grave danno per gli italiani, non soltanto perchè saranno costretti a pagare di più, ma anche perché allontana lo sviluppo, gli investimenti, i posti di lavoro. Il secondo aspetto molto grave è l'attacco alle pensioni, cioè ai diritti acquisiti di milioni e milioni di italiani che li hanno ottenuti con il lavoro e la fatica e che ora si vedono decurtare quello che spetta loro in base ai contributi versati. Ad essere penalizzati non sono soltanto i più ricchi, a meno che il governo giallo verde non consideri "ricco" chi vive con una pensione di 1.500 euro, frutto di una vita di onesto lavoro".

L'iniziativa non è piaciuta alla Lega.

"Penosa ma comprensibile la violenza del Pd, mentre è ridicolo e inspiegabile l'atteggiamento di Forza Italia per una manovra economica che, a differenza di quella che lo stesso Berlusconi votò quando governò con Monti e Fornero, inizia a smontare la stessa legge Fornero e restituisce diritti, dignità e soldi a lavoratori, imprenditori, disabili e a tutti gli Italiani in generale", hanno dichiarato i capigruppo della Lega al Senato ed alla Camera, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari.

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