Berlusconi sorride. Ad Arcore piomba il sondaggio commissionato a Tecnè dal Ppe per testare il polso degli italiani sull'attuale periodo. Un esito con luci e ombre. Positivo che Forza Italia venga percepito come un partito che si dà da fare per togliere dai guai il Paese dagli effetti devastanti della pandemia. Negativo che la popolazione ancora non abbia ancora ben capito quanto l'Europa stia intervenendo, in termini di risorse, per tenere a galla la baracca.
Il Cavaliere, tuttavia, vede sempre il bicchiere mezzo pieno. Le slide che riguardano gli azzurri non sono affatto male. Rispetto alle Europee del 2019 Forza Italia cresce. Secondo il sondaggio i forzisti sono dati al 8,9%. Non un dato a due cifre ma pur sempre in crescita rispetto all'ultima tornata elettorale. Cala vistosamente la Lega (che passa da uno spettacolare 34,3% a un modesto 18,2%) ma lievita il partito della Meloni che dal 6,5% schizza al 19,3%. In merito alla gestione dell'emergenza Covid, gli azzurri strappano la sufficienza agli occhi degli italiani. Il 51,6% degli intervistati dà un buon giudizio anche se ancora in troppi arricciano il naso (38,6%). Per fortuna la maggioranza del Paese è ancora europeista. Alla domanda se «Far parte dell'Unione europea per l'Italia è più un vantaggio o uno svantaggio?» il 50,9% del campione ha risposto che è più vantaggioso, contro il 26% di chi ha risposto no. Allo stesso modo Bruxelles risulta «rassicurante» per il 48,4% degli intervistati rispetto al 45,9% che non ha fiducia nell'Europa.
Ecco il nodo. L'impatto della massa di denaro messa in circolo dall'Europa rischia di essere poco capito dalla gente. Alla domanda cruciale se «il piano presentato dal governo italiano (Pnrr) corrisponde alle effettive priorità dell'Italia», i cittadini in maggioranza hanno ammesso di non conoscere il piano di aiuti apparecchiato per Roma (47% contro il 35% di chi ne ha contezza).
E poi c'è quel grande pregiudizio nazionale per cui sospettiamo di noi stessi. «Ha fiducia nella capacità delle istituzioni italiane di utilizzare al meglio gli stimoli della Ue?». La stragrande maggioranza degli intervistati risponde di no: 60,3% contro il 34,% di ottimisti.
E poi la domanda clou: «Rispetto al 2019, periodo precede alla pandemia, la situazione della sua famiglia è migliorata, rimasta sugli stessi livelli o peggiorata?», la stragrande maggioranza degli italiani ha risposto picche. Insomma, gli effetti degli aiuti tardano a farsi sentire sulla pelle dei cittadini.
Ecco anche perché Forza Italia, in queste ore, si danna nella battaglia sugli emendamenti alla manovra. La legge di Bilancio dev'essere la più espansiva possibile. Quindi giù le tasse per tutti gli italiani.
Nelle commissioni parlamentari è braccio di ferro sugli emendamenti con Draghi a far da mediatore tra gli azzurri e chi vorrebbe (il Pd) un fisco ancora troppo rapace. Draghi che, per il coordinatore azzurro Antonio Tajani, serve a palazzo Chigi: «È l'unico che può far durare il governissimo. E le imprese chiudono adesso, non tra sette anni».
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