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Berlusconi stoppa Parisi: chi è anti Salvini non ha ruoli

L'ex premier frena l'ex candidato sindaco a Milano. E prepara l'offensiva sul voto: "Renzi vada a casa"

Berlusconi stoppa Parisi: chi è anti Salvini non ha ruoli

Doccia gelata per Stefano Parisi. Di prima mattina, a Radio Anch'io, Berlusconi parla del centrodestra e delle sue fibrillazioni. Su Mister Chili, che negli ultimi giorni ha duellato aspramente con Salvini, arriva la bastonata del Cavaliere: «Parisi cerca di avere un ruolo nel centrodestra, ma avendo questa situazione di contrasto con Salvini, credo che questo ruolo non possa averlo». Una scudisciata a sorpresa posto che sabato scorso, a Padova, proprio il Cavaliere aveva spedito un cordiale messaggio a Parisi incitandolo ad andare avanti; una lettera che posizionava Forza Italia lontano dalla piazza di Firenze, nelle stesse ore arringata dalla Lega. Lo scontro tra Parisi e Salvini ha raggiunto livelli di guardia con il primo che ha cominciato a rimarcare le differenze tra lui e «le ruspe», «il populismo»; e il secondo che ha minacciato il divorzio con gli azzurri.

Un rischio, quello della rottura con gli alleati storici, che Giovanni Toti ha descritto bene al Cavaliere, durante la lunga cena di lunedì. Una cena cordiale, priva di momenti di tensione. L'unico appunto fatto a Toti: dare l'impressione, anche se non è così, di essere subalterno alla Lega. Il governatore della Liguria, il forzista artefice dell'asse con i governatori leghisti Zaia e Maroni, da sempre veste i panni del custode dell'unità della coalizione. «Lega e Forza Italia devono stare assieme altrimenti si perde» è il suo mantra. Un concetto sottoscritto anche dall'ex premier infastidito dai toni troppo accesi da parte di tutti. «Basta litigare, basta beghe interne» è stato il suo ordine. Di fatto, però, c'è stata la presa d'atto che Parisi è troppo divisivo nei confronti degli alleati e troppo ruvido nei confronti della classe dirigente azzurra. In ogni caso, in radio, getta acqua sul fuoco delle polemiche: «Al di là di quel che appare, il centrodestra è compatto», giura il Cavaliere. Dopo aver strigliato Parisi, manda un messaggio chiaro anche al leader del Carroccio: «Tutti i partiti che fanno parte del centrodestra sanno che se rompono la coalizione si condannano all'irrilevanza». Berlusconi giura quindi che «al di là delle schermaglie e delle ambizioni politiche personali, il centrodestra è compatto e sta lavorando a un programma da presentare agli italiani, fatto di pochi punti ma chiari e realizzabili». Il punto cardine? «Meno tasse».

Un Cavaliere in forma e determinato, particolarmente felice della nascita del suo nuovo nipotino Leone e dell'arrivo di un altro cagnolino. È desideroso di gettarsi nella battaglia della campagna elettorale per mettere in sicurezza il No, peraltro in vantaggio nei sondaggi. L'ex premier vorrebbe già iniziare a battere tv e radio ma famiglia e soprattutto i medici consigliano cautela. Così, invece che due settimane di tour de force, è probabile che i suoi interventi si condenseranno in una sola settimana. Ma questa mattina sarà a Rtl.

Ciò che conta, adesso, è la vittoria del No. Prematuri i discorsi sulla leadership e sulla legge elettorale. Berlusconi quindi attacca il premier: «È ora che Renzi vada a casa». Poi contesta le tesi renziane per il Sì, come quella della riduzione dei costi dello Stato: «Si risparmiano soltanto 50 milioni di euro in un anno: quello che spende lo Stato ogni mezz'ora».

Falsa anche la tesi dell'instabilità se vincesse il No: «Non accadrebbe nulla - giura il Cavaliere - Così come nulla è accaduto dopo la Brexit e la vittoria di Trump negli Stati Uniti».

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