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Berlusconi, Strasburgo apre il processo alla legge Severino

La Corte dei diritti umani avvia la procedura sulla sua decadenza. E Fi cresce nei sondaggi

Berlusconi, Strasburgo apre il processo alla legge Severino

C'è un giudice a Strasburgo. Dopo anni di letargo qualcosa sembra muoversi alla Corte europea dei diritti dell'uomo perché è di ieri la notizia che è stato avviato l'esame sul ricorso presentato da Berlusconi. Il quale, nel settembre 2013, s'era rivolto ai giudici sovranazionali lamentando la sua cacciata dal Parlamento, in seguito alla condanna di maggio, nel processo sui diritti Tv. Il ricorso numero 58428/13 si fonda su molti punti ma uno è fondamentale: l'ex premier è stato dichiarato decaduto ed estromesso da Palazzo Madama in base alla legge Severino. Ma questa è entrata in vigore nel 2013 mentre i fatti contestati a Berlusconi sono precedenti. Ergo, è stato violato l'articolo 7 della Convenzione europea dei diritti umani che tutela il principio nulla poena sine lege: ossia che non ci può essere pena senza legge; e la legge Severino, per Berlusconi, è stata invece applicata retroattivamente. Il ricorso sottolinea anche altre forzature: la ferita alla sovranità popolare e la sproporzione tra pena inflitta e le conseguenze politiche. In ogni caso gli eurogiudici dovranno esprimersi sia sull'accoglimento del ricorso sia nel merito solo dopo aver sentito le parti: gli avvocati di Berlusconi hanno già detto la loro, ora tocca allo Stato italiano attraverso l'Avvocatura. Procedura ancora lunga e farraginosa tanto che si sostiene ci vorrà almeno un anno per il prossimo step. Una giustizia lumaca che già in passato aveva fatto borbottare l'ex premier, incredulo che nessuno a Strasburgo volesse aprire il caso. Al di là delle attuali intenzioni sul «cosa fare da grande» a Berlusconi interessa principalmente la sua riabilitazione politica, morale e storica perché convinto di essere vittima di un accanimento giudiziario senza precedenti e di un'ingiustizia lapalissiana.

Sebbene non sia dato sapere in quale veste, il Cavaliere non intende mollare la politica né il partito. Un partito che non scoppia di salute ma che cresce nei sondaggi (+0,3% al 13,2% secondo Emg per La7), ha tra le sue fila fior di dirigenti e che ha prodotto migliaia di bravi amministratori pubblici. Tutto il centrodestra unito, sempre secondo le ultime rilevazioni, ormai vale quanto il Pd. Forza Italia: gioie e dolori. Tra i secondi c'è senz'altro quello delle casse vuote, perennemente riempite dal suo padre padrone e dai finanziatori a lui vicini come i figli, Confalonieri, Doris. Il 2015 s'è chiuso con una perdita di esercizio di 3 milioni e 546mila euro. Dati su cui l'ex plenipotenziaria ed ex tesoriera azzurra Mariarosaria Rossi tiene a precisare il suo intervento di «Miss mani di forbice»: «L'anno prima il disavanzo era di 11 milioni 881 mila. Più spending review di così...». In ogni caso il Cavaliere ha pagato debiti con le banche per 45 milioni di euro il che lo rende l'unico creditore e proprietario della sua creatura. Una creatura che Berlusconi vuole rinnovare ma che sente possa ancora captare i sentimenti moderati e di centrodestra che attraversano il Paese. Anche perché, racconta chi frequenta Arcore, «il Cavaliere percepisce forte la crisi di Renzi. Ed è una balla colossale che Berlusconi abbia nostalgia del Nazareno». Certo, il governo non deve cadere adesso. Ecco perché non vengono accolte le avances di qualche alfaniano pronto a offrire lo sgambetto al premier. Bisogna avere pazienza. Il dialogo con Renato Schifani e altri parlamentari di area è infatti continuo e fonti di Arcore raccontano di un'attenzione del Cavaliere alle ragioni dei malpancisti Ncd. Renzi, per Berlusconi, deve cadere senza manovre di palazzo, senza intrighi d'Aula; ma perché fatto sloggiare da Palazzo Chigi dagli italiani. L'occasione sarà quella d'autunno con il referendum sulle riforme.

Ecco perché continua a informarsi: «Come vanno i comitati per il No?».

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