Berlusconi studia "la candidatura con riserva" (e la riabilitazione)

L'avvocato Ghedini svela la strategia in attesa del verdetto di Strasburgo: il leader potrebbe presentarsi al voto e in marzo far cancellare la sua condanna per buona condotta

Berlusconi studia "la candidatura con riserva" (e la riabilitazione)

nostro inviato a Strasburgo

Anche l'annuncio a sorpresa di Niccolò Ghedini è figlio probabilmente del clima sereno che gli avvocati di Silvio Berlusconi hanno trovato davanti alla Corte Europea dei diritti dell'uomo. Prima di ripartire per l'Italia Ghedini viene raggiunto al telefono da Radio Anch'io e ribadisce quanto detto fuori dall'aula, «siamo cautamente ottimisti sulla sentenza, perché la questione è stata ritenuta rilevante e seria». Ma poi aggiunge due annunci che potrebbero cambiare bruscamente gli scenari dei mesi che portano verso le elezioni politiche della prossima primavera. Spiega che dal prossimo 8 marzo Berlusconi potrebbe presentare alla Cassazione una istanza di riabilitazione, che se venisse accolta farebbe cessare gli effetti della legge Severino, in base alla quale è stato dimesso dal Senato e dichiarato incandidabile. E soprattutto annuncia che il leader di Forza Italia potrebbe nel frattempo chiedere di potersi candidare ugualmente alle elezioni, in attesa della decisione della Corte di Strasburgo.

È una novità del tutto inattesa, e Ghedini si affretta a precisare che si tratta per ora di una semplice ipotesi; e che la decisione spetta unicamente a Berlusconi. Il percorso, però, nel frattempo è stato studiato accuratamente. Una volta che il governo avrà fissato la data delle elezioni, il Cavaliere potrebbe scegliere di inserire ugualmente il proprio nome nelle liste del suo partito; la candidatura verrebbe sicuramente respinta dagli uffici competenti ma a quel punto scatterebbe il ricorso alla magistratura civile, con la richiesta di un provvedimento che autorizzasse la candidatura «con riserva» del Cavaliere, essendo pendente la decisione sul suo caso da parte della Corte dei diritti dell'uomo. Il ragionamento che verrebbe fatto nel ricorso è semplice: l'inserimento nelle liste non presenta alcun pericolo, perché se Berlusconi risultasse eletto ma poi Strasburgo respingesse il suo ricorso, decadrebbe dalla carica e al suo posto subentrerebbe il primo dei non eletti; invece lasciarlo fuori dalla competizione rischierebbe di danneggiarlo ingiustamente, perché se poi la Corte gli desse ragione non potrebbe comunque rientrare in Parlamento, essendosi già tenute le votazioni.

La mossa di Ghedini nasce in parte dalla rassegnazione ai tempi lunghi della sentenza della Corte che - come è ormai pacifico - non arriverà prima delle elezioni italiane; ma è chiaro che a spingere verso la richiesta c'è anche la convinzione che alla fine, quando verrà emesso, il verdetto di Strasburgo possa essere favorevole a Berlusconi, e che la «candidatura con riserva» possa trasformarsi in una elezione definitiva.

Parallelamente potrebbe viaggiare l'altra manovra ipotizzata ieri da Ghedini, ovvero la richiesta di riabilitazione del Cavaliere. La riabilitazione è una misura prevista dal codice che consente ai condannati che abbiano espiata tutta la pena e abbiano nel frattempo mantenuto buona condotta di vedere cancellata la sentenza emessa contro di loro, che sparisce anche dalla fedina penale. La legge Severino indica espressamente la riabilitazione come una causa di estinzione delle sanzioni.

Berlusconi potrebbe chiedere la riabilitazione a partire dall'8 marzo del prossimo anno, quando scadrà il termine di tre anni (fissato dal codice) dall'espiazione ai servizi sociali della sua condanna. Competente sarebbe il tribunale di sorveglianza di Milano, che già una volta ha dato atto all'ex presidente del Consiglio del percorso positivo compiuto dopo il processo.

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