Coronavirus

Berlusconi studia il rilancio "Flat tax al 15% e via l'Irap"

Cavaliere pronto a collaborare: "Stop polemiche" Parlamentari di centrodestra donano gli stipendi

Berlusconi studia il rilancio "Flat tax al 15% e via l'Irap"

Preoccupato, addolorato, angosciato, Silvio Berlusconi non ha dubbi sulla parte dove stare: «Siamo in guerra e in guerra ci si stringe attorno a chi ha la responsabilità di governare».

Per il leader di Forza Italia questo «non significa annullare le differenze politiche, siamo all'opposizione e la nostra idea dell'Italia rimane del tutto incompatibile con quella della sinistra, ma siamo un'opposizione seria e da opposizione responsabile il nostro compito è di cooperare». Solo quando sarà finita l'emergenza, sottolinea Berlusconi parlando a Radio anch'io su Radio Rai1, «si potrà discutere degli errori commessi», perché la sfida del coronovirus è stata raccolta dal governo «soltanto in parte, ci sono stati certamente dei ritardi negativi». Oggi, però, per il Cavaliere «non è il momento delle recriminazioni e delle polemiche». Bisogna lavorare insieme e, intervistato da Studio aperto in serata, il leader azzurro lancia la ricetta azzurra: «Eliminazione della spesa pubblica improduttiva e forte taglio della pressione fiscale anche abrogando da subito la cosiddetta imposta rapina, l'Irap. Bisogna introdurre da quest'anno una flat tax intorno al 15% per consentire alle aziende e ai professionisti di rimettersi in sesto nel più breve tempo possibile. A fianco dello shock fiscale ne occorre poi uno sulle infrastrutture».

Tutto il centrodestra incalza il governo perché rafforzi divieti e controlli per evitare la circolazione del virus ma condivide un atteggiamento diverso verso Giuseppe Conte e la sua squadra, anche se i toni di Matteo Salvini rimangono i più duri e ultimativi. Sostenendo l'appello del governatore lombardo Fontana e lamentando il fatto che sono troppi i negozi e le attività non essenziali ancora aperti, il Capitano dice: «Se il governo tace, la Lombardia chiuda tutto». Anche Berlusconi chiede misure più restrittive per la Regione e Sestino Giacomoni, del Comitato di presidenza azzurro, spiega le due proposte concrete di Fi al governo: «Trasformare la Lombardia in un'intera zona rossa, bloccare qualsiasi attività e soprattutto i trasporti pubblici. E, per la parte economica del decreto Cura Italia, rinviare di almeno 4 mesi tutte le scadenze fiscali, tributarie, contributive».

Il leader della Lega ha già annunciato che tutti i suoi parlamentari verseranno parte del loro stipendio a sostegno di sanità ed ospedali italiani e ora la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, dice che deputati e senatori del suo partito devolveranno l'intera indennità di marzo, aderendo alla campagna «Orgoglio Tricolore» di Secolo d'Italia e Fondazione An. L'invito è anche per consiglieri regionali, amministratori, militanti e chiunque voglia «a donare quanto possibile», scrive su Facebook. La prima somma raccolta, 500mila euro, andrà all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Con la maxi donazione di 10 milioni per il nuovo ospedale della Fiera di Milano, Berlusconi ha dato il segnale agli azzurri e molti parlamentari aiutano le loro regioni: Antonio Tajani verserà l'indennità di marzo alla città di Fondi, Anna Maria Bernini al Sant'Orsola di Bologna, la presidente dei deputati Maria Stella Gelmini ha fatto una donazione alla sua Brescia.

E l'azzurro Marco Marin, ex olimpionico di scherma, insiste sulla prevenzione: «Possiamo tutti rinunciare all'attività fisica nei parchi».

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