«Noi italiani figli del 25 aprile», scrive Silvio Berlusconi nella lettera al Corriere della Sera. Preoccupato per «le lugubri ombre del passato» che pesano sull'Europa il leader di Forza Italia chiama tutti ad una «grande alleanza per la libertà», ad un impegno per il futuro del'Ue. Contro «l'onda del populismo sterile, lo tsunami di una forsennata corsa alla delegittimazione» e gli «anacronistici sovranismi nazionali».
Il riferimento alla Festa della Liberazione, contestata dal vicepremier leghista Matteo Salvini, è il primo segnale. Il secondo è che, però, il leader di Forza Italia, partito del Ppe, indica la strada dopo il 26 maggio di una futura coalizione alternativa alla sinistra, tra «popolari, liberali, conservatori, sovranisti illuminati». È questa la «grande alleanza per la libertà» di cui parla. Salvini con la sua Lega potrà dimostrarsi, alla fine, uno di questi «sovranisti illuminati»? Il Cavaliere non chiude la porta, ma impone un'inversione di rotta, verso un «sovanismo europeo».
E infatti, preme per una svolta che può attuarsi solo con la fine del patto gialloverde. «Se la Lega non staccherà la spina - dice in un'intervista al Foglio-sarà corresponsabile dei disastri di un governo che ci sta trascinando nel baratro». L'attacco a Salvini è ormai esplicito: «Passa per essere l'uomo forte del governo, ma in realtà è un'illusione ottica, le scelte importanti, soprattutto in materia economica, sono dettate dai 5Stelle.D'altra parte il governo Conte senza i voti di Salvini non potrebbe esistere».
Il leader azzurro, sul CorSera, si dice preoccupato per la crisi economica «che si aggrava ogni giorno di più con il suo strascico di incertezza su famiglie e imprese dovuta anche a politiche miopi e inconcludenti». Critica il sistema politico, che va avanti con «tattiche senza profondità», con lotte dettate dalla «speranza di erodere qualche decimale di consenso ai partiti di governo o di opposizione con l'arma della propaganda e della menzogna».
Ora basta, dice in sostanza l'ex premier, perchè le prossime europee saranno «davvero decisive» e tutti i cittadini, anche i troppi che si astengono, devono «ricostruire il sentimento dell'unità fra italiani, non in nome di anacronistici sovranismi nazionali, ma per giocare un ruolo decisivo nel costruire una nuova Europa, capace di un vero sovranismo europeo».
Il Cavaliere, capolista alle europee, chiede «una grande operazione di verità», si propone come leader animato da un progetto non distruttivo, ma di effettivo cambiamento delle istituzioni Ue. «Io lo farò in prima linea - promette- accanto a quel popolo che già nel 1994 seppe farsi argine davanti al pericolo comunista. Per rifare l'Europa bisogna lasciarsi alle spalle l'Europa che abbiamo conosciuto in questi anni, quella dei burocrati autoreferenziali di Bruxelles». Avverte che solo se l'Occidente «ritornerà unito e forte potrà resistere alla sfida egemonica globale della Cina comunista». L'Italia deve uscire dall'«isolamento in un'Europa a noi indifferente se non ostile», perchè «oggi come non mai è il momento di pensare al futuro».
Antonio Tajani, presidente dell'Europarlamento e vice di Fi, è sicuro che a Bruxelles il Cav potrà dare un contributo di primo piano. «Abbiamo bisogno, per avere un'Europa politica e meno burocratica, di grandi leader che ragionino con una mentalità europea, non legata solo alla piccola cosa nazionale». E per «rafforzare la democrazia in Europa», Fi propone più poteri sia al parlamento europeo che alla Bce.
Il leader di Fi, per la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini, è già stato «pacificatore» del Paese e
vuol'esserlo dell'Europa, per farla «uscire dalle secche dei nuovi nazionalismi, rilanciarsi nel mondo all'insegna di un nuovo sovranismo europeo, costruito con le forze che ancora credono alla sfida di un'Europa diversa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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