Come un grande classico o un rito prenatalizio, Silvio Berlusconi si concede alle domande di Bruno Vespa, per la presentazione del suo nuovo libro «Perché l'Italia diventò fascista». Lo accolgono i giovani di Forza Italia con il coro: «Un presidente, c'è solo un presidente!» e lo stesso giornalista che lo ringrazia per essersi concesso alla «ventiseiesima presentazione di un suo libro. Lo considero un attestato di amicizia».
Nel corso dell'intervista il presidente di Forza Italia cerca di non cadere nelle trappole disseminate sul suo cammino dallo stesso creatore di Porta a Porta, da Marcello Sorgi e Agnese Pini. In sala, in prima fila, l'ex ministro Antonio Martino, l'ex senatrice Paola Pelino, Stefania Prestigiacomo, Catia Polidori, Franco Carraro, Annagrazia Calabria, Andrea Ruggieri, Barbara Palombelli, Francesco Giro, Giuseppe Moles, ma anche Jole Santelli e Stefano Caldoro i cui nomi sono stati ufficializzati da una nota di Forza Italia come candidati in Calabria e Campania poco prima dell'inizio del dibattito, ricordando la tradizione azzurra di «lealtà verso gli alleati». Un riferimento alla necessità che tutti giochino di squadra e si esca dalle strettoie di una lunga trattativa, anche perché «in Calabria mancano quattro giorni al termine per la presentazione delle liste quindi è urgente chiudere».
Berlusconi viene sollecitato a dire la sua sulla possibilità che un uomo forte possa prendere il potere in Italia e inevitabilmente viene fatto il nome di Matteo Salvini. «Non credo che un personaggio singolo possa assumere il potere, gli italiani quando dicono che vogliono l'uomo forte indicano il bisogno di una stabilità». Salvini, per Berlusconi ha sbagliato con la «frase sui pieni poteri, ma forse voleva dire solo che si poteva intervenire sulla situazione italiana. Ma quella frase non trova nella realtà umana di Salvini alcuna conferma». Salvini è «persona cordiale aperta e riflessiva. Non ho mai avuto nemmeno per un attimo il pensiero che potesse rappresentare pericolo per la democrazia. Se entrerà nel Ppe? Oggi no, potrà accadere tra qualche anno».
Berlusconi ripete più volte la parola elezioni per uscire dalla situazione attuale «non di democrazia. Nella prospettiva di arrivare al voto, accetterei l'ipotesi di un governo tecnico con Draghi, che potrebbe essere premier capace di far fronte» alle emergenze.
Disco rosso, invece, per Mara Carfagna che oggi presenterà la sua associazione: «Ho avuto da lei l'offerta della presidenza onoraria della sua associazione ma ho detto di no, perché in un partito libero, aperto al confronto credo sia inutile far nascere un'associazione che finisce per essere una corrente politica e finisce per dividere». Antonio Martino, indicato nei giorni come presidente onorario della nuova creatura, annuncia un possibile passo indietro. «Non pensavo fosse una fazione ma una associazione liberale. Non seguo più la politica». Pensa di mollare? «Penso di sì, chiederò a Berlusconi».
Il presidente di Fi si concede, infine, a anche una domanda sul suo 2020 con una risposta coerente con la sua storia.
«Il mio oroscopo per il 2020? Vorrei fare il nonno per i miei 12 nipoti. Ma sento il dovere di continuare a lavorare per il mio Paese. Credo che nei miei confronti gli italiani siano stati un po' ingrati ma confido nella loro capacità di cambiamento».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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