Berlusconi vuole fare il pieno per non governare con il Pd

L'appello del Cavaliere contro l'astensionismo in Sicilia E avverte: «Votare M5s è pericoloso, con loro più tasse»

Berlusconi vuole fare il pieno per non governare con il Pd

La Sicilia laboratorio del nuovo centrodestra e occasione per smentire con i fatti le divisioni tra i partiti dell'alleanza. Ma anche la prova generale per la scommessa più importante: recuperare i moderati che si sono rifugiati nell'astensione o nel voto di protesta ed evitare la grande coalizione.

Ultimo giorno di Silvio Berlusconi in Sicilia per sostenere la candidatura di Nello Musmeci e ultime battute con i giornalisti. L'appello del leader di Forza Italia è rivolto agli elettori dell'isola tentati dall'astensione. «A coloro che avevano deciso per un disgusto comprensibilissimo di non andare a votare, e sono tutti moderati, dico che questa volta è assoluto loro interesse andare a votare per dare alla Sicilia un governo che possa basarsi su un'ampia maggioranza». L'obiettivo resta quindi quello di conquistare una maggioranza di consensi che renda possibile avere un governo omogeneo a Palazzo d'Orléans.

Berlusconi fa capire che l'alternativa, una grande coalizione in versione siciliana, non piace ma non è da escludere. Se non ci sarà una maggioranza chiara al centrodestra si «dovrà ricorrere a delle alleanze, a esempio con la sinistra, e questo non è auspicabile. È assolutamente auspicabile, invece, la situazione di una giunta regionale che possa avere una propria forte maggioranza».

L'obiettivo è recuperare il voto degli elettori ex Ncd, oggi Alleanza popolare, partito che sostiene il candidato di centrosinistra Micari. «A chi pensa di astenersi perché ritiene che il proprio voto non valga nulla, in quanto hanno visto un Alfano che si è voltato dall'altra parte, ripeto che deve assolutamente andare a votare».

Altro punto fermo del rientro di Berlusconi sulla scena politica, svelare quella che per il leader azzurro è la vera natura del Movimento cinque stelle. L'ex premier ha evocato il «pericolo di una patrimoniale, di una tassa sulla successione, di una imposta sulle donazioni e sulla loro casa». Grillo e Berlusconi sono «due pianeti assolutamente diversi». Gli elettori che votano M5S esprimono una «protesta giustificatissima» verso la politica italiana degli ultimi anni. Ma la loro scelta è un «pericolo» perché «questa dei Cinquestelle è un'aggregazione di pauperisti».

Per marcare la distanza, Berlusconi ha ribadito i capisaldi economici del programma del centrodestra: «Noi abrogheremo il bollo sulla prima auto di famiglia, una possibilità consentita dall'autonomia siciliana: quindi sarà tolto dalla prossima Giunta di centrodestra».

Un programma per le elezioni locali, che lascia capire su quale binario si muoverà la coalizione anche in occasione del voto politico nazionale.

Il centrodestra «è sempre stato in corsa, anche se c'è chi specula su eventuali divisioni che non ci sono mai state. Abbiamo un programma su cui mettere una parola definitiva, ma è praticamente accettato da tutti. Dopo le elezioni in Sicilia abbiamo già previsto un appuntamento con i leader del centrodestra per scriverne la versione definitiva, che è pragmatica e prevede una realizzazione immediata», ha ribadito Berlusconi. Smentite quindi le voci su divisioni emerse proprio in Sicilia.

Confermata la «cena dell'arancino»: una «squisitezza siciliana e che quindi è un nome che possiamo tranquillamente approvare». La prospettiva è quella di «un centrodestra molto forte che sono sicuro non soltanto vincerà le elezioni di domenica in Sicilia, ma anche le prossime politiche».

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