Biden apre ai missili Atacms. Kiev dà l'allarme Zaporizhzhia. "I tecnici russi se ne vanno"

"Il nostro esercito non sceglie mai strutture civili come obiettivi e non spara mai a vuoto: tutti gli attacchi hanno come obiettivo siti di infrastrutture militari"

Biden apre ai missili Atacms. Kiev dà l'allarme Zaporizhzhia. "I tecnici russi se ne vanno"
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Fino a che punto può arrivare la propaganda e la totale assenza di pudore e imbarazzo da parte di uno stato totalitario lo dimostra candidamente il ministro che all'indomani della strage di Kramatorsk, dove civili inermi, anche ragazzini, sono stati falciati dall'ennesimo attacco di Mosca, dice: «Il nostro esercito non sceglie mai strutture civili come obiettivi e non spara mai a vuoto: tutti gli attacchi hanno come obiettivo siti di infrastrutture militari». Più che coraggio si tratta di vergognosa faccia di bronzo. Uno dei motivi per cui l'Occidente prosegue compatto nel sostegno all'Ucraina e, anzi, rizza le antenne in vista di ulteriori nuovi possibili attacchi che nulla hanno a che vedere con la logica del conflitto e fanno temere un disastro nucleare.

Con una Russia in difficoltà e quindi incattivita nelle azioni e nelle parole, gli Usa starebbero prendendo in considerazione l'invio a Kiev del sistema missilistico tattico a lungo raggio Atacms. Si tratta di missili con una gittata di circa 300 km, utili quindi per colpire obiettivi russi molto dietro le linee del fronte, anche nella tanto contesa Crimea. Secondo quanto raccolto dal Wall Street Journal, che cita fonti di intelligence americane ed europee, il presidente Biden non ha ancora dato il suo ok definitivo ma il via libera sarebbe ormai vicino. Tutto torna, se il comandante dell'esercito ucraino Zaluzhny spiega: «Per la controffensiva servono più armi americane, armi di tutti i tipi e ci servono ora», aggiungendo che «irrita quando sento dire che la campagna per riconquistare i territori ai russi procede più lentamente del previsto». Secondo Zaluzhny però non ha senso un'offensiva terrestre senza una adeguata copertura aerea, chiedendo quindi ancora una volta l'invio dei caccia F-16, specificando però che «non si vedranno sui campi di battaglia almeno fino all'autunno inoltrato, per bene che possa andare». Anche il presidente Zelensky conferma la tesi e spinge: «Se ricevessimo i più moderni aerei da combattimento che abbiamo ordinato, i russi non avrebbero la supremazia nei cieli e saremmo in grado di proteggere i nostri. Se avessimo anche i sistemi antiaerei aggiuntivi potremmo difendere la vita dei civili nelle nostre città», ha detto.

Una guerra lunga, quindi, ma con un pericolosissimo campanello d'allarme che torna a suonare: Zaporizhzhia. La più grande centrale nucleare d'Europa è di nuovo ad altissimo rischio. Secondo i servizi d'intelligence ucraini, «il contingente russo si sta gradualmente ritirando dalla centrale», ed entro il 5 luglio anche ai tecnici di Rosatom - l'ente per l'energia nucleare russa che gestisce l'impianto - e quelli ucraini che lavoravano ancora nella centrale, dovrebbero andarsene. Secondo Kiev infatti la centrale atomica è stata minata dai russi che sarebbero pronti a farla saltare con il rischio più che concreto di liberare nell'aria radiazioni. «Anche il numero di pattuglie militari diminuisce gradualmente nel territorio della centrale e il personale rimasto alla centrale ha ricevuto istruzioni di incolpare l'Ucraina in caso di emergenza», chiaro segnale di un disimpegno che fa presagire un'azione. Mosca nega, tanto da inviare una lettera al Consiglio di sicurezza e all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, accusando Kiev di possibili sabotaggi contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia. «Kiev non smette di minacciare la centrale nucleare e solleva preoccupazioni estremamente serie sul fatto che le sue accuse provocatorie contro la Federazione Russa non siano altro che una cortina fumogena per nascondere i preparativi per un vero incidente all'impianto», una nota letta da molti come un mettere le mani avanti e cercare di cancellare le proprie responsabilità.

Intanto lo stesso Lavrov ha confermato che in Bielorussia sarà attivata una nuova batteria di sistemi antimissile S-400, facendo temere che il Paese fantoccio di Mosca possa avere un ruolo da protagonista nel conflitto, specie dopo l'affaire Wagner.

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