"Bimbo nero umiliato a scuola". Il ministro sospende il maestro

La denuncia a Foligno: costretto a voltarsi verso la finestra perché "troppo brutto". L'insegnante: esperimento sociale

"Bimbo nero umiliato a scuola". Il ministro sospende il maestro

U n «esperimento sociale» che però somiglia solo a un «grave» atto razzista, da parte di un insegnante ai danni di un bimbo di colore di una scuola elementare di Foligno. Dove ieri è scoppiato un caso nazionale. Il maestro avrebbe costretto l'alunno a voltarsi verso la finestra, dopo averlo additato a tutta la classe come «troppo brutto».

L'episodio è stato raccontato in un post su Facebook, poi rimosso, da parte di un genitore che aveva sentito la vicenda riferita dagli alunni. Subito dopo sono arrivate l'indignazione, un'interrogazione parlamentare e un'indagine interna chiesta dal Miur, perché per il ministro dell'istruzione Marco Bussetti «saremmo di fronte a un fatto gravissimo. Da condannare». In serata, il docente è stato sospeso in via cautelare.

«Un esperimento sociale simile ad altri che si trovano in rete», si sarebbe giustificato il maestro, sostenendo che la finalità dovesse essere quella di mostrare agli allievi l'ingiustizia del razzismo. Il fatto invece finirà con ogni probabilità in tribunale, visto che i genitori si sono rivolti a un legale. Anche perché la stessa cosa si sarebbe ripetuta nella classe ai danni della sorellina maggiore del piccolo. «Stiamo facendo tutte le verifiche del caso, che è esploso ieri dopo un post pubblicato su Facebook in cui si raccontava la vicenda», ha detto il sindaco di Foligno, Nando Mismetti, mentre la dirigente scolastica ha spiegato di aver informato il direttore dell'Ufficio scolastico regionale perché «ritengo molto grave quello che è emerso e preferisco non fare ulteriori dichiarazioni perché non voglio inficiare un'indagine interna che deve essere rigorosa ed efficace». Furioso Nicola Fratoianni, Leu: «Interrogo subito il governo, perché su una vicenda del genere è sempre bene vederci chiaro, fino in fondo. Se fosse vero, l'insegnante andrebbe immediatamente sospeso. Un'ultima amara considerazione: fino a qualche tempo fa, una cosa del genere non sarebbe nemmeno stata immaginabile. Oggi è tutto sdoganato, è tutto possibile». Chiama in causa il ministro Mara Carfagna (FI): «Un esperimento sociale? Ma per piacere! Accerti l'accaduto, intanto siamo vicini alla mamma di Foligno e ai suoi bambini. Cosa è diventato il nostro Paese se non riesce a distinguere il bene dal male, il giusto dall'inammissibile? Per giunta questo accade nelle aule scolastiche, dove si formano le coscienze dei cittadini di domani. Il governo dica con chiarezza che siamo in Italia, non nel Sudafrica dell'apartheid».

La stessa accusa che da giorni piove contro la Lega, dopo anche quanto accaduto a Melegnano, nel Milanese, dove i genitori adottivi di un ragazzo senegalese di 21 anni, Bakary Dandio, sono stati con lui bersaglio di atti di stampo razzista. Per due volte nei giorni scorsi sui muri della loro casa sono comparse scritte e insulti. L'ultimo, lunedì mattina: «Ammazza al negar», con sotto una svastica. Anche qui il dito della politica e non solo è puntato contro il Carroccio. In primis da parte dei genitori del giovane: dopo la madre, Angela Bedoni, che aveva detto che è «anche colpa di Matteo Salvini», ieri il marito ha detto che «quello che è successo è il riflesso di un clima di odio a cui contribuisce il governo».

Alla vigilia della campagna elettorale per le europee le forze politiche di scannano, con la sinistra che accusa il leader della Lega di essere il responsabile indiretto di quanto accaduto. Sembra di essere dunque tornati all'estate scorsa quando si parlò di una nuova ondata di razzismo nel Paese.

Intanto sabato alle 16 ci sarà una fiaccolata antirazzismo proprio a Melegnano per esprimere solidarietà alla famiglia di Bakary. A cui ha indirizzato un messaggio il presidente della Camera Roberto Fico: «Bakary e la sua famiglia che non sono soli.

Occorre condannare con forza gesti e parole che possono minare il perimetro della nostra civiltà, che è fondata su principi di uguaglianza, solidarietà, tolleranza», ha scritto Fico, per poi bacchettare la politica. «Valori che tutti noi dobbiamo difendere ogni giorno, a partire - e penso in primis alla politica - dall'impegno a usare il linguaggio con più cura e attenzione, senza mai far venire meno il rispetto per il prossimo».

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