
Roma Con tensioni e malumori Giovanni Toti è abituato a convivere da mesi, da quando ha iniziato il suo percorso sul confine di Forza Italia, partecipando spesso ad eventi elettorali targati Lega o Fratelli d'Italia. Alla vigilia della sua kermesse romana, la temperatura nel partito, però, diventa rovente, in particolare quando il governatore della Liguria punta il dito contro la classe dirigente e, ospite di Coffeebreak su La7, dice che Forza Italia «deve cambiare se stessa, fare una rivoluzione culturale, bombardare il quartier generale. Una frase che disse Mao al suo stesso partito quando si era addormentato sui suoi principi e le sue idee. È evidente che questa classe dirigente ha perso credibilità e le nostre idee hanno perso appeal. Tutti devono mettersi in discussione perché cambiare confermando gli attuali assetti politici e persone sarebbe un ossimoro».
La reazione di molti dirigenti e parlamentari azzurri è diretta e tagliente. Quelli di Toti «sono toni che non mi appartengono e non li comprendo. La rappresentazione di un Toti che vuole il rinnovamento a fronte di dirigenti locali e nazionali contrari a quest'ultimo è una fake news» dice Così Mariastella Gelmini, a L'aria che tira (La7). «Sì, c'è bisogno di un profondo rinnovamento ma nulla da bombardare, semmai c'è da convincere gli elettori a guardare a Forza Italia come il movimento del ceto medio impoverito dalla crisi, ovvero come il partito che vuole dialogare con le imprese, i commercianti, gli artigiani. E comunque, è un po' strano che ci sia qualcuno che si candidi alla guida di un partito, evocando scissioni». «Chi fa scissioni finisce sempre male. Sbaglierebbe Toti se desse luogo a un nuovo soggetto politico destinato a risultati ben magri. Ma sarebbe un errore sottovalutare le questioni che sono sul tappeto» dice Maurizio Gasparri.
Toni particolarmente duri vengono adottati da Michaela Biancofiore. «La sindrome rancorosa del beneficiato» è una delle due patologie della politica italiana. Ultimo contagiato seriamente afflittone, il plurinominato - addirittura assurto a consigliere del presidente Berlusconi , oggi Co-Coordinatore nazionale di Forza Italia senza meriti, Giovanni Toti». Ferma anche la reazione di Sandra Savino. «Ricostruire il partito minacciando la scissione, offendendo una classe dirigente e utilizzando toni inutilmente aggressivi: c'è qualcosa che non torna nelle quotidiane sortite del governatore Toti.
Ha veramente a cuore il rilancio del movimento per contribuire a farlo tornare a essere riferimento per quel mondo moderato e liberale che nelle ultime tornate elettorali ha preferito restare a casa, oppure gioca a distruggere tutto quel che c'è? Il problema è la dirigenza nominata? Lo vada a dire a Berlusconi, che ha fatto quelle nomine, così come ha indicato i candidati di Forza Italia alla presidenza delle Regioni. Bombardi pure il quartier generale, con dentro il presidente Berlusconi: in questi anni Forza Italia ha resistito ad attacchi di ogni sorta, resisterà anche al fuoco amico».