Sembrava un posto di blocco. Un assalto alla diligenza del terzo millennio: quattro pullman con 200 ultrà del Bari sbarrano la strada a quattro minivan con 30 tifosi del Lecce. Un'imboscata sull'autostrada Canosa - Napoli, in A16, nel tratto tra Cerignola e Candela nel foggiano. I mezzi, delle monovolume Citroen prese in affitto, vengono bloccati, gli occupanti non fanno nemmeno in tempo a fuggire che vengono travolti dai supporter inferociti. Mazze di legno, spranghe di ferro, sassi. In pochi secondi sui salentini vola di tutto. Vetri infranti, auto distrutte, una cosparsa di benzina e data alle fiamme. Quando i primi soccorritori arrivano sul posto, dopo mezzogiorno, vedono una lunga colonna di fumo.
«Abbiamo temuto il peggio», raccontano gli operatori sanitari. La Digos è al lavoro per ricostruire i fatti e, soprattutto, per dare un nome ai delinquenti che solo per miracolo non hanno trasformato la trasferta in occasione della partita di serie A Roma - Lecce all'Olimpico, in tragedia. Interrogati gli aggrediti, i tifosi giallorossi, acquisite le registrazione delle telecamere piazzate in autostrada, è caccia aperta ai delinquenti.
Gli investigatori avrebbero individuato le targhe dei mezzi che trasportavano i tifosi del Bari diretti a Castellamare di Stabia per il match con la Cavese. Un'azione premeditata stando alle testimonianze dei leccesi vittime del pestaggio, un piano studiato a tavolino per vendicare vecchi rancori fra opposte tifoserie. A cominciare dalla scelta del luogo dell'agguato, un punto isolato e che avrebbe permesso di compiere il pestaggio in pochi secondi. Un fatto grave, stigmatizzato dalla SSC Bari che in un comunicato esprime «la più ferma condanna per quanto accaduto e solidarietà all'Us Lecce e ai suoi tifosi. Sono episodi che non hanno nulla a che vedere con i valori che la società biancorossa e la città di Bari hanno da sempre promosso e sostenuto». Intervengono i vertici del Lecce: «L'U.S. Lecce esprime la propria vicinanza ai tifosi giallorossi, vittime di un vile agguato, avvenuto in tarda mattinata, nel tragitto per raggiungere la capitale e assistere alla gara di campionato Roma - Lecce. In un momento in cui il Paese sta attraversando un'emergenza sanitaria di portata storica si prende atto con sgomento che ci sono individui che preferiscono concentrarsi su azioni delittuose, a danno di altre persone, prendendo di mira tutti». Sull'agguato interviene anche la Lega: «Sono inorridito - commenta il presidente Francesco Ghirelli - nel sapere cosa sia successo e nel vedere le immagini di cosa abbiano fatto i delinquenti. Tali atti offendono a morte il calcio e chi ama il calcio. Si accertino i responsabili: coloro che occupavano i pullman erano noti? I club si facciano dare i nomi dalle forze dell'ordine e dai proprietari della compagnia dei trasporti che ha affittato i veicoli. Parlino e denuncino chi era sui pullman per prendere le distanze dai delinquenti. I club applichino l'istituto del gradimento e non consentano più di macchiare maglia e simboli di club gloriosi. Non sarà tollerata nessuna scusa».
Sul raid interviene anche il primo cittadino di Bari, Antonio Decaro: «Non credo ci siano parole per commentare l'accaduto - spiega il sindaco Decaro - se non
quelle di condanna assoluta, senza se e senza ma, verso azioni così vili e violente che nulla c'entrano con lo sport e i suoi valori. Da sindaco, da barese e da tifoso mi vergogno per loro e chiedo scusa a nome della città».
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