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Bollette alle stelle ma gli stoccaggi non ci salveranno da un inverno di razionamenti

Le bollette monstre arrivano a pioggia nelle case degli italiani

Bollette alle stelle ma gli stoccaggi non ci salveranno da un inverno di razionamenti

Le bollette monstre arrivano a pioggia nelle case degli italiani. «Quella della Scala è salita da due a sei milioni», si lamenta il sindaco di Milano Beppe Sala. Assoutenti prevede una maxi-stangata da 2.942 euro annui a famiglia solo per il gas, tanto che su Telegram c'è già un movimento Non pago le bollette che conta più di 11mila iscritti. Ma nelle sale operative il terrore è che di gas, sebbene carissimo, potrebbe non essercene abbastanza. Dopo l'allarme dell'ad Eni Claudio Descalzi («Difficile essere fiduciosi per l'inverno, i 20 milioni di metri cubi al giorno di gas russo sono fondamentali») qualcuno invoca gli stoccaggi pieni al 92-93% come ciambella di salvataggio. Ma è davvero così? «No, il rischio razionamento non è sventato - spiega l'esperto Edoardo Beltrame - se l'inverno sarà rigido e se la Russia chiuderà i rubinetti, il gas degli stoccaggi sarà pressoché inutile e l'unica cosa che potremo fare è ridurre i consumi fin d'ora». Vediamo perché

1. Come funzionano gli stoccaggi? E a cosa servono?

Il volume totale degli stoccaggi è di circa 17 miliardi di metri cubi. Di questi più di 4,5 miliardi sono stoccaggio strategico, volumi a pochissima prestazione, di fatto intoccabili, erogabili giornalmente solo in casi di emergenza o di guerra. Lo stoccaggio è detenuto per circa l'85% da Snam, poi Igs e Edison. «Ci sono una dozzina di cavità sotterranee sparse nel Paese, campi di produzione riconvertiti in stoccaggi naturali. Sono gestiti da società terze, in unbundling e sotto la regolazione dell'autorità del settore Arera, e tutti gli operatori di mercato possono averne accesso a parità di condizioni mediante aste», spiega al Giornale un trader. Proprio ieri nel Nuorese il Comune di Torpè ha detto no all'unanimità alla costruzione di un impianto di stoccaggio a Istrumpadoglios.

2.

Come si riempie il deposito? E come funziona l'estrazione del gas?

Gli stoccaggi si possono cominciare ad usare dal 1 novembre. Come un pallone da calcio sgonfio la cavità viene riempita più facilmente e con più aria quando è vuota (d'estate e fino al 31 ottobre), mentre quando è piena si fa più fatica ed entra meno aria. «Ad ogni operatore viene assegnato uno spazio ed una corrispondente prestazione di iniezione ed una di erogazione che consente di riempire e svuotare lo stoccaggio durante l'anno. Questa prestazione è molto importante perché è variabile nel tempo», ribadisce il trader. Bisogna pensare allo stoccaggio come a un'autoclave che mette in pressione l'acqua della rete idrica, permettendole di arrivare ai piani superiori. Lo stoccaggio del gas serve a mantenere in pressione i gasdotti, pieni del gas che normalmente importiamo e che alimentano le centrali elettriche. Se la pressione del gas cala, le turbine si fermano e noi restiamo al buio.

3. Perché oggi il prezzo del gas è in calo?

È calata drammaticamente la domanda, le fabbriche minacciano di chiudere, il clima è ancora mite e le ore di luce sono ancora abbondanti. Il gas che arriva non serve ai consumi e non viene stoccato facilmente. In questo modo in Italia il valore si deprime, nel nord Europa dove sono già arrivati i primi freddi il prezzo è più alto. Ecco perché il prezzo italiano è più basso del famigerato mercato olandese Ttf.

4. Quandi metri cubi sono stati accantonati? E quanti ne servono ogni giorno?

Il consumo medio annuo nazionale è di 74 miliardi di metri cubi. La domanda di gas è coperta per il 60,3% dalle importazioni via tubo, il 27% dagli stoccaggi, il 9,1% dalle importazioni di gas liquido e il 3,6% dalla produzione nazionale. Quando fa freddissimo (gennaio/febbraio) è di oltre 400 milioni di metri cubi giornalieri, gli stoccaggi ne possono fornire al massimo 160. «Al momento mancano ancora tre-quattro miliardi di metri cubi, il 5% della domanda» ha detto l'amministratore delegato di Edison, Nicola Monti. «Pensare che con il gas degli stoccaggi siamo salvi è fuorviante. Con un inverno mite forse potremmo anche farcela, ma senza le normali importazioni e se farà più freddo del solito non ci resterà che coprirci. In questo malaugurato caso il gas degli stoccaggi basterà al massimo per un paio di mesi, e sarà destinato a chi ne avrà bisogno come per esempio gli ospedali», spiega Beltrame. Bisogna dunque sensibilizzare la popolazione al risparmio e prepararla ai razionamenti. «Con un inverno particolarmente freddo, dovremmo essere pronti ad un piano di risparmio», ammette infatti il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani a Porta a Porta.

5. Quali saranno i mesi più a rischio?

Il rischio per il nostro Paese non è oggi, ma l'inverno

inoltrato. Se lo stoccaggio fosse parzialmente svuotato per supplire alla mancanza di gas importato saremmo nei guai, anche se storicamente il grande freddo non dovrebbe durare più di una settimana, tra gennaio e febbraio.

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