«Quell'energumeno veniva verso di noi con due coltelli. Aveva gli occhi sbarrati». Maurizio Stecca, ex pugile olimpionico, si è ritrovato a dieci metri di distanza dal killer di Westminster. Era appena uscito da una conferenza al Parlamento con la squadra italiana, quando si ha visto l'attentatore assalire la guardia prima di essere freddato dagli agenti. Per un attimo anche l'italiano Filippo Baglini è scampato all'inferno di Westminster. «Ho sentito degli spari, mi sono rifugiato in un pub mentre scoppiava il finimondo». Negli stessi istanti invece una connazionale di 28 anni, è rimasta lievemente ferita. Si tratta di una giovane bolognese, originaria di Pianoro, che vive a Londra da sei anni. La conferma da una sua familiare, Silvia Grandi, docente all'Università di Bologna. La ragazza si è ritrovata schiacciata da un gruppo di ragazzi francesi, che sarebbero in condizioni più gravi. Lei se l'è cavata con ferite superficiali ed escoriazioni alle gambe e a un fianco, è stata soccorsa e medicata in ospedale, ma non sarebbe necessario il suo ricovero.
Sono circa 250mila gli italiani che vivono a Londra, una comunità enorme, sconfinata. Il panico si diffonde immediato. Chiara sta parlando con la madre al cellulare mentre scende alla fermata dell'autobus a Battersea Rise. «Si sono appena arrivata, non ti preoccupare, tutto a posto, è che il traffico è impazzito e quindi abbiamo aspettato un sacco prima di salire sull'autobus. Le stazioni la vicino erano chiuse quindi non potevo far altro che prendere l'autobus». E mentre il numero delle vittime sale, il web riporta le storie di quelli che sono sopravvissuti. Come la donna che si è gettata nel Tamigi per sfuggire all'attentato ed è stata tratta in salvo dai soccorritori.
O come il sottosegretario agli Esteri Tobias Ellwood, il primo a soccorrere il poliziotto pugnalato, che ha cercato fino all'ultimo di tenerlo in vita. Lo stesso Ellwood conosce bene i drammi del terrorismo dato che il fratello è rimasto ucciso nell'attentato di Bali del 2002.
La capitale britannica è una delle mete turistiche più amate, moltissimi gli italiani che si trovavano in giro in quel momento e che si sono ritrovati, insieme ad altre centinaia di persone, respinte all'indietro, fuori dalla zona di rischio.
Tra i testimoni dell'attentato anche il direttore dell'ItaloEuropeo Filippo Baglini: «Ho sentito il rumore di uno o due spari, ma non sono riuscito a vedere nulla, mi sono riparato in un pub mentre scoppiava il finimondo - racconta - e poi mi sono messo immediatamente a lavorare.
In redazione arrivavano già le richieste di altri italiani preoccupati così ho iniziato a scrivere un articolo con il cellulare con le notizie che avevo e mettendo anche il link del nostro sito in modo da dare maggiori informazioni possibili.
Naturalmente ci siamo tutti chiesti se l'attacco fosse collegato alla vicenda di Brexit e alla grande manifestazione in programma nel weekend, ma per ora si tratta di speculazioni, non ci hanno detto nulla».
Mentre le notizie si susseguono, non risulta che vi siano altri italiani tra i feriti anche se le comunicazioni con l'Ambasciata e il Consolato italiano a Londra sono a dir poco difficili.
Il servizio stampa dell'Ambasciata conferma che un questore sta lavorando con la polizia britannica e si è recato sul posto subito dopo l'attentato.Nessuno risponde però al centralino del Consolato, non è chiaro se è perché le linee sono subissate da chiamate o se perché gli uffici sono rimasti chiusi nonostante l'emergenza.
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