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Bolsonaro è indagato. Lui minaccia: "La Carta? Pronto ad aggirarla"

Vuol tornare al voto cartaceo anche agendo oltre la Costituzione. "Semina fake news"

Bolsonaro è indagato. Lui minaccia: "La Carta? Pronto ad aggirarla"

San Paolo. È guerra aperta sul sistema elettorale che dovrebbe usare il Brasile nelle presidenziali del 2022, con da un lato chi difende il voto elettronico in vigore da 25 anni e, dall'altro, chi vuole il ritorno alla scheda cartacea, come in Italia. Tra i tanti difensori del ritorno al passato c'è il presidente verde-oro Jair Bolsonaro, «il Mito» come lo chiamano i suoi supporter, che vorrebbe modificare l'attuale sistema rendendolo «più sicuro», ovvero «verificabile con un supporto cartaceo».

Bolsonaro ha addirittura minacciato di essere disposto «ad agire fuori dalla Costituzione» per far valere la sua posizione, polemizzando apertamente con le due massime corti del Paese del samba, la Corte Suprema (Stf) ed il Tribunale Superiore Elettorale (Tse). In un'esplosiva intervista al programma Os Pingos nos Is della radio Jovem Pan, uno dei pochi media brasiliani con cui il presidente ha un rapporto cordiale, Bolsonaro ha infatti affermato l'altroieri di essere disposto ad agire «al di fuori della Costituzione» come risposta alla decisione di un giudice della Corte suprema federale di aprire un'inchiesta nei suoi confronti. L'accusa è pesante: aver attaccato il sistema elettorale denunciando presunti brogli basati su notizie false. «Alexandre de Moraes (questo il nome del giudice, ndr) ha aperto un'inchiesta basata sulla menzogna accusandomi di essere un bugiardo: è un'accusa molto grave, tanto più che l'inchiesta non ha nessun fondamento giuridico», ha tuonato Bolsonaro. «Questo tipo di indagine è prevista dalla Costituzione? No, non lo è. Quindi anche l'antidoto che ho pronto per controbattere non si trova dentro le quattro righe della Costituzione che lui, un dittatore, probabilmente non ha neanche letto», ha dichiarato furioso Bolsonaro. Nella stessa intervista, «il Mito» ha poi difeso l'apertura della «Commissione Parlamentare d'Inchiesta delle Fake News di Barroso» in riferimento al presidente della Tribunale Superiore Elettorale, il ministro Luís Roberto Barroso, già avvocato difensore dell'ex terrorista rosso, Cesare Battisti ed oggi acerrimo nemico del «Mito». All'intervista ha partecipato anche il deputato Eduardo Bolsonaro, uno dei figli del presidente, che ha illustrato la strategia del governo. Ovvero appoggiare il disegno di legge attualmente in discussione in Parlamento per ritornare entro il 2022 al voto cartaceo facendolo votare direttamente alla Camera per decisione unilaterale del suo Presidente, Arthur Lira, alleato di Bolsonaro. Vedremo se il piano avrà successo.

Di certo c'è che su richiesta del giudice Barroso, de Moraes ha inserito il nome del presidente della Repubblica brasiliano nel «maxi processo sulle fake news» che indaga sul presunto schema di creazione e diffusione di notizie false per attaccare gli avversari del governo. Ma, al di là delle apparenze, negli ultimi giorni Bolsonaro ha rafforzato la sua posizione. Il motivo è l'alleanza con il «centrao» e la nomina come ministro della Casa Civil (l'incarico governativo più importante in Brasile) del centrista Ciro Nogueira, il cui blocco politico domina il Parlamento verde-oro.

Nel suo primo appello da ministro, Nogueira ha affermato che «non esiste un vocabolario della sinistra e uno della destra», ma piuttosto «i problemi che il Brasile deve risolvere per il bene di tutta la società». Basterà per frenare lo scontro di fuoco sul sistema elettorale tra presidente e giudici?

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