Bomba contro Tv Sud Salvo per miracolo l'editore Angelo Sorrenti

Un attentato contro una tv che dà del filo da torcere alla 'ndrangheta. Ieri mattina alle 9 una bomba è stata piazzata sotto la macchina dell'imprenditore Angelo Maria Sorrenti, parcheggiata presso la Seconda Zona Industriale di Gioia Tauro, proprio mentre una trentina tra giornalisti, operatori e registi della sua emittente televisiva «Sud» (canale 656 del digitale terrestre) stavano per entrare in redazione.

«Poteva essere una strage - racconta Nino Spirlì, direttore di Sud - avrebbero ucciso decine di persone che passavano nel piazzale. Sorrenti, che abita nell'attico della palazzina dove abbiamo gli studi, era entrato in auto e stava aspettando la moglie. Fortunatamente è molto meticoloso e si è reso conto immediatamente che c'era un carica batterie del cellulare attaccato all'accendisigari. Stava per rimuoverlo quando si è ricordato di non averlo messo mai messo lì e, guardando meglio, ha notato che quel filo finiva sotto il sedile». La sua meticolosità gli ha salvato la vita. In passato, infatti, Sorrenti, che ha fondato la prima tv privata in Calabria TVS, era stato messo sotto protezione perché negli anni Novanta aveva collaborato con la giustizia denunciando le richieste di pizzo ricevute.

«Ma la 'ndrangheta non perdona e sa attendere - sottolinea Spirlì, responsabile anche del dipartimento cultura di Forza Italia in Calabria-. Qualche mese fa Sorrenti ha rinunciato alla scorta. E ieri gli hanno piazzato un ordigno sotto il sedile. Una “pentola” enorme piena di chiodi e polvere da sparo, con una gittata di 300 metri».

L'imprenditore ha avvertito la polizia e gli artificieri di Gioia Tauro sono arrivati poco dopo nella sede dell'emittente, situata presso gli stabilimenti di Ex Comeca, sede del gruppo «Dedalus Società Editrice» e hanno disinnescato l'ordigno rudimentale. Ma resta la gravità dell'attentato. «Vogliono colpire Sorrenti e la nostra emittente a ogni costo - dichiara il direttore - perché è una televisione di denuncia, d'assalto, schierata “mafia no”. I nostri giornalisti sono coraggiosi e da sempre in prima linea. Da poco tempo abbiamo anche firmato un accordo con il Giornale OFF e il web magazine ha ora un banner che riporta ai nostri programmi.

Il 27 luglio, a un mese dalla nascita, hacker hanno cancellato l'archivio di Sud e oscurato il sistema operativo. Ieri hanno alzato il tiro. Ma non ci piegheranno. Purtroppo le cose belle in Calabria fanno arrabbiare...»

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