Boom di lavoro stagionale. Senza voucher è in nero

Stagione d'oro per baristi e camerieri, ma la lotta sindacale anti tagliandi aumenta il sommerso

Boom di lavoro stagionale. Senza voucher è in nero

Aumenta il lavoro. Sì ma in nero. A una buona notizia, l'incremento del lavoro stagionale estivo grazie ad una fiorente stagione turistica, se ne aggiunge una pessima, ovvero che più della metà di quei posti di lavoro naviga nel sommerso. E la convinzione degli esperti del settore è che questo aumento del nero sia principalmente dovuto all'abolizione dei voucher. Cancellati, si disse al momento, perché erano emersi dei casi di abuso ma in realtà perché il governo aveva paura del referendum indetto dai sindacati che sono stati i primi nemici dei voucher. Con il risultato che il nero emerso grazie ai voucher ora è ricaduto negli abissi.

È una ricerca dell'Adnkronos a mettere in luce come grazie all'aumento delle presenze in alberghi e villaggi vacanze e al maggior volume di affari per bar, ristoranti e stabilimenti balneari siano aumentate anche le opportunità di lavoro. Accanto alla crescita dell'offerta di impiego stagionale, 10 in più rispetto al 2016, sale però anche la quota di lavoro nero: più della metà dei lavoratori, il 60 per cento, è stato impiegato senza contratto o con rapporti irregolari. La richiesta di personale esterno ha registrato un più 15 per cento per i piccoli esercizi e un più 5 per le catene alberghiere e i villaggi vacanze. I sindacati interpellati dall'Adnkronos denunciano che si tratta nella maggioranza di lavoro irregolare. Una tendenza che emerge grazie ai controlli della Guardia di Finanza che hanno scovato 1.450 lavoratori in nero. Fenomeno diffuso in tutta Italia che registra picchi di sommerso vicini al 70 per cento nel meridione evidenziando aree di grande evasione contributiva in Campania e Calabria. A pesare è anche l'incertezza normativa dopo l'uscita di scena dei voucher e le novità introdotte successivamente. Tra i 1.450 i lavoratori irregolari scoperti da inizio estate 268 sono stranieri, 27 minori, impiegati soprattutto nei campi agricoli.

Eppure una ricerca condotta da Fondazione studi consulenti del lavoro proprio poco prima dell'abolizione dei vaucher denunciava come fossero addirittura 870mila i lavoratori che avrebbero rischiato di cadere nel sommerso. I voucher erano utilizzati soprattutto da disoccupati, pensionati o per il secondo lavoro. Nel 2015 avevano riguardato soltanto 303mila persone.

E a proposito di sfruttamento occorre registrare anche come nell'ultimo anno si siano moltiplicate le denunce sulla gestione dell'alternanza scuola lavoro in alcuni casi trasformata in sfruttamento del lavoro gratuito degli studenti. Iniziativa promossa nell'ambito della riforma della Buona scuola, ottima sulla carta ma che in molte situazioni è degenerata.

Come nel caso denunciato da Ilaria Cavo, assessore alla cultura della Liguria, che vede protagonisti un gruppo di ragazzi della scuola alberghiera messi al lavoro alla Festa dell'Unità di Genova «Quelli del Pd hanno come al solito le idee un po' confuse e invertono la logica delle cose: -denuncia la Cavo- mandano gli studenti a lavorare alla festa di partito anziché in un serio progetto professionale e culturale di alternanza scuola lavoro».

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