Londra «Con me la Gran Bretagna sarà pulita, verde, prospera, unita, piena di fiducia e ambizione». Parola di Boris Johnson. Nel suo primo discorso alle Camere riunite prima della sospensione estiva, il nuovo primo ministro ha annunciato l'inizio di una nuova età dell'oro per il suo Paese. Una stagione piena di entusiasmo e successi a partire da quella Brexit che nessun altro, fino ad ora, è riuscito a portare a compimento. L'incontenibile ex sindaco di Londra invece, è sicuro di potercela fare, forse anche prima del 31 ottobre.
Parlando ai Comuni ha detto di volersi buttare a capofitto nelle negoziazioni lasciando a Michael Gove il compito di pianificare un'eventuale uscita senza accordo. Johnson ha inoltre confermato che i diritti dei cittadini europei residenti nel Regno Unito verranno salvaguardati anche se Downing Street per ora non è stata in grado di confermare se verrà introdotta una legislazione d'inquadramento della materia.
La relazione del neopremier è stata in gran parte incentrata sempre sulla Brexit, argomento che domina da molti mesi il panorama politico inglese. Sebbene il primo ministro abbia rimarcato più volte l'importanza di prepararsi al no deal, ieri ha sottolineato che preferirebbe molto di più accordarsi con l'Unione Europea e che lavorerà in questa direzione, perché questo accada. Ha però sottolineato che l'accordo siglato da Theresa May era «inaccettabile per questo Parlamento e per questo Paese». Il piano è stato respinto per ben tre volte e uno degli elementi più controversi continua a essere il backstop al confine irlandese in caso di uscita senza accordo. Mister Johnson ha insistito anche ieri sulla necessità di eliminare questo elemento dall'accordo, asserendo che la tecnologia consente di superare il problema evitando la ricostituzione di un confine fisico tra Irlanda del Nord e Repubblica d'Irlanda. Un'ipotesi che il capo negoziatore europeo Michael Barnier ha subito definito inaccettabile per l'Europa. «Dopo il discorso piuttosto combattivo di Johnson ha dichiarato ieri Barnier il blocco dei 27 deve prepararsi allo scenario peggiore». Molto critico anche il leader laburista Jeremy Corbyn. «Il Paese è molto preoccupato di avere un primo ministro che si sopravvaluta in questo modo ha detto Corbyn la gente non si fida di un capo di governo che è convinto di fare la cosa giusta per la maggioranza di questo Paese quando promette di tagliare le tasse ai più ricchi, tra i quali figurano anche i supporter del suo partito». Il leader laburista ha inoltre chiesto a Johnson di escludere, una volta per tutte, la possibilità che il Servizio Sanitario Nazionale possa diventare parte di un accordo commerciale con gli Stati Uniti, un'ipotesi emersa da alcuni commenti fatti dal presidente Trump nel corso della sua recente visita in Gran Bretagna e che ieri Johnson ha però escluso con fermezza. Ha invece dichiarato di voler modificare il sistema inglese per il controllo dell'immigrazione, rendendolo simile a quello a punti australiano. Per questo motivo il Premier chiederà alla Migration Advisory Committee di preparare un rapporto in materia, «il primo passo in una revisione radicale» della materia. Ulteriori dettagli sull'argomento verranno diffusi nelle prossime settimane.
Prima riunione ieri anche per il nuovo esecutivo, completamente rinnovato dal premier. Un esecutivo che non piace affatto all'opposizione come dimostra il commento del laburista Ian Lavery che l'ha definito «un gabinetto di conservatori della linea dura che rappresenta soltanto i pochi privilegiati».
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