Viareggio (Lucca) - «Ho chiesto più volte un incontro con un esponente autorevole del governo sul referendum costituzionale. Mi dicono che il ministro Boschi non si voglia confrontare con le donne. Curioso, ma io non mi do per vinta. Magari mi vorrà incontrare Matteo Renzi». Il j'accuse è di Giorgia Meloni, che nel suo intervento alla festa Tricolore organizzata da Fratelli d'Italia a Viareggio non va per il sottile.
Onorevole, secondo lei perché il ministro Boschi temerebbe il confronto con le donne?
«Mi è stato detto. Se fosse vero vorrebbe dire che il ministro Boschi punta più sulle questioni di immagine che sui contenuti. Spero però di essere smentita».
Ha lanciato una sfida ufficiale a Renzi per un dibattito pubblico, ci pare. È così?
«Sì, Renzi continua a dire che vuole confrontarsi nel merito dei provvedimenti, ma sono mesi che io chiedo un incontro pubblico senza ottenere alcuna risposta. Intanto continua ad andare in tv per fare i suoi monologhi senza contraddittorio».
Perché votare No al referendum costituzionale?
«Quella di Renzi è una riforma della Costituzione che limita la sovranità popolare e toglie agli italiani il diritto di scegliere da chi essere rappresentati. È una riforma pasticciata che non abolisce il Senato, ma lo trasforma in una casta di politici nominati dai partiti, complica l'iter legislativo invece di renderlo più veloce, aumenta i conflitti tra Stato e Regioni anziché ridurli».
Pensa che se vincerà il No Renzi andrà davvero a casa?
«Penso che Renzi le tenterà tutte per restare abbarbicato alla poltrona. Se il capo dello Stato Mattarella dovesse avallare la persistenza di un governo non eletto e messo in minoranza dagli italiani sul suo provvedimento simbolo sarebbe gravissimo. La posizione di Fratelli d'Italia è chiara: il referendum è il banco di prova del governo. Se vince il No, Renzi deve dimettersi e si torna al voto. Non c'è spazio per altre soluzioni».
La riforma del governo, per voi, merita il No, ma c'è qualche passaggio della Carta che andrebbe cambiato?
«Le nostre proposte sono note: elezione diretta del capo dell'esecutivo perché è finito il tempo degli inciuci di palazzo e deve essere il popolo a decidere da chi essere governato; abolizione del Senato e riduzione drastica del numero dei parlamentari; introduzione in Costituzione di un tetto alle tasse al 35% nel rapporto tra entrate tributarie e Pil; la possibilità per i cittadini di votare su tutti i trattati internazionali ogni qual volta prevedono cessione di sovranità nazionale».
State lavorando, con l'onorevole Rizzetto e l'appoggio di Terra nostra, alla proposta di legge per far diventare reato lo stalking bancario. Non pensa che, forse, prima che a cambiare la Costituzione, il premier avrebbe dovuto pensare ad altre priorità?
«Il rapporto malato tra cittadini e sistema bancario non è l'unico problema che Renzi sta ignorando da quando siede abusivamente a Palazzo Chigi.
Lavoro e occupazione, immigrazione, fisco e tasse: sono queste alcune delle vere emergenze di cui un governo degno di questo nome e che fa gli interessi del popolo dovrebbe occuparsi. Il 4 dicembre gli italiani hanno la possibilità di liberarsi di questo governo e con lui di tutti i suoi burattinai».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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