Braccio robot intelligente. E l'Italia sbarca su Marte

Leonardo firma un'intesa con l'Esa: pronto l'arto hi-tech per "catturare" il pianeta rosso

Braccio robot intelligente. E l'Italia sbarca su Marte

Il pianeta rosso si veste del tricolore. C'è un pezzo importante d'Italia pronto a sbarcare su Marte e a contribuire alla conquista di una nuova frontiera. L'Agenzia spaziale europea ha infatti siglato un contratto con un consorzio guidato dall'italiana Leonardo per la costruzione di un braccio robotico che entro i prossimi dieci anni farà il suo arrivo su Marte per recuperare dei campioni di suolo del pianeta affiancando il Rover della Nasa «Perseverance», sul pianeta con alterne fortune dal 18 febbraio 2021. Il robot avrà un ruolo fondamentale nell'ambito del programma «Mars Sample Return», guidato da Nasa ed Esa con lo scopo tra l'altro, di portare sulla terra dei campioni marziani.

Il sofisticato braccio robotico, che servirà per recuperare le provette di campioni che Perseverance sta già raccogliendo, è un concentrato di tecnologia. Lungo 2 metri e mezzo, sarà in grado di vedere, sentire e prendere decisioni autonome. Realizzato come un vero braccio umano con tanto di spalla, gomito e polso, è in grado di compiere movimenti autonomi grazie a un cervellone dotato di occhi propri. Gli arti, le articolazioni e la mano, comandati dall'elettronica di controllo, possono eseguire con destrezza e relativa semplicità i compiti richiesti, come identificare, estrarre e sollevare le provette dal rover per poi inserirle in un apposito contenitore, chiudere il coperchio e poi «spedirle» da Marte. Facile no? Soltanto a parole. Due telecamere compongono il sistema di visione, informazioni arrivano dai sensori che mandano istruzioni attraverso circa 600 segnali ai meccanismi. In questo modo il cervello del sistema riesce ad elaborare autonomamente le migliori decisioni e coordinare i movimenti che, grazie sofisticati algoritmi di robotica e meccatronica incorporati nel software, permettono da gestire le manovre ed evitare ogni possibile collisione l'ambiente circostante. Per progettarlo e realizzarlo al meglio verranno «ricreate» le stesse condizioni presenti sulla superficie di Marte. E non si tratta di una passeggiata, visto che oltre alla probabile presenza di polveri, vanno considerate le temperature estreme che vanno dai meno 130 gradi e arrivano ai più 70.

«Siamo molto orgogliosi, questo contratto conferma la nostra leadership nella robotica spaziale, una competenza fondamentale nell'esplorazione planetaria e nelle operazioni in orbita», ha detto Gabriele Pieralli, Managing Director della divisione elettronica di Leonardo. «Questo braccio robotico è una testimonianza della quantità enorme di competenze e know how di cui disponiamo in Europa. Il Sample Transfer Arm sarà lo strumento che contribuirà all'evoluzione della scienza planetaria», ha spiegato il direttore dell'esplorazione umana e robotica dell'Esa David Parker. Un passo importante verso Marte e un orgoglio italiano ed europeo con Leonardo che guida un consorzio che raggruppa le migliori eccellenze della tecnologia e della ricerca europea con aziende spagnole, francesi, rumene, danesi, greche, svizzere e ceche. Un lavoro complesso e in divenire, con il pianeta rosso che resta avvolto nel mistero ed è al centro di decine di idee e ipotesi. L'ultima è che i profondi solchi che segnano la superficie del pianeta potrebbero essere dovuti all'erosione causata da acqua liquida, che affiorerebbe solo sporadicamente.

Anche in questo in caso il contributo alla ricerca è tricolore e arriva grazie all'istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Il futuro di Marte è ancora tutto da scrivere. Ma già sul pianeta si sente un forte accento italiano.

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