San Paolo Prima di arrivare in Brasile non avrei mai pensato che una delle più grandi passioni della mia generazione anni Settanta ovvero l'album delle «mitiche» figurine Panini esistesse anche all'ombra del Cristo Redentore e di Copacabana. Invece non solo i brasiliani sono fanatici delle figurine dei Mondiali almeno tanto quanto noi italiani forse quest'anno di più, visto che loro ai Mondiali ci sono - mentre molti conterranei di Pelé sono addirittura convinti che si tratti di una loro invenzione. Il motivo? Sull'album di Russia 2018 non appare la scritta «Panini Modena» bensì «Panini Barueri», la città dello stato di San Paolo dove vengono prodotte le celebri figurinhas per il mercato verde-oro.
Certo, le figurine dei primi anni Settanta erano più romantiche, si vedeva il corpo dell'atleta per intero chi non ricorda la mole del portiere Pier Luigi Pizzaballa o i capelli lunghi del baffuto Roberto Filippi che militava nel Lanerossi Vicenza? dietro s'intravedeva lo stadio, a volte persino i fumogeni ma, in compenso, non ci si soffermava sul volto, come invece succede coi primi piani stretti di oggi.
Estetica fotografica a parte, in Brasile la malattia delle figurinhas della Coppa del Mondo colpisce ogni quattro anni con un'intensità crescente tutte le classi sociali, dai figli dei ricchi che non hanno problemi di budget per completare la collezione, a quelli dei poveri che invece, quasi sempre vivono in favelas e sono costretti a far le nozze coi fichi secchi. Uno svantaggio palese, con i primi che possono farsi comprare molti più pacchetti dai loro genitori visto che ognuno costa 2 reais, pari a circa 50 cent di euro, mentre il salario minimo a San Paolo equivale a circa 1000 reais e, dunque, in favelas di figurine se ne vedono di meno, anche se ci sono.
Sia chiaro, la cosiddetta «febbre da figurine» in Brasile non colpisce solo i ragazzini ma anche molti adulti sopra i 30 anni che però, non avendo la scuola come luogo per lo scambio dei doppioni, sono costretti a spendere piccoli capitali per completare la collezione. Le figurine dell'album di Russia 2018 sono 672 in tutto e, secondo le stime di economisti contattati dal quotidiano britannico The Guardian, ci vorrebbero almeno 2.000 reais (quasi 500 euro), troppo anche per le tasche degli adulti di classe media, non solo per i «figli delle favelas».
Se poi a ciò aggiungiamo che, dalla seconda metà del 2014 a oggi, il Pil verde-oro non ha fatto che scendere (oggi siamo ai livelli di inizio 2011) e che la disoccupazione ha raggiunto livelli record, ben si capisce perché quest'anno sia esplosa la moda tra i collezionisti - come alternativa al dissanguamento finanziario - di ritrovarsi in luoghi prefissati dove, soprattutto nei fine settimana, scambiare i propri doppioni per le agognate figurine mancanti.
La lista dei luoghi di scambio di figurine per ragazzini e adulti presenti ovunque, da San Paolo a Rio de Janeiro, da Belo Horizonte a Salvador da Bahía è consultabile al sito www.encontrosfigurinhasdacopa.
com. Già durante Brasile 2014 erano nate un po' ovunque «zone di scambio» ma quest'anno, con la crisi economica, si sono moltiplicate perché, anche con molti meno soldi spesi, consentono di completare l'album dei desideri.
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