Politica

Brexit, Johnson ko: "Andiamo al voto"

I deputati votano per fermare il no deal nel giorno in cui lui perde la maggioranza

Brexit, Johnson ko: "Andiamo al voto"

Londra Nel primo giorno dell'unica settimana lavorativa del Parlamento prima della sospensione di cinque settimane, Boris Johnson ha perso la sua maggioranza. Ieri infatti, il deputato conservatore Philip Lee è passato ai Liberaldemocratici mettendo in minoranza il governo alla Camera dei Comuni poco prima che il primo ministro iniziasse il suo discorso. Immediate le conseguenze: con 328 voti a favore e 301 contrari, il Parlamento britannico ha approvato la calendarizzazione nell'ordine dei lavori di oggi della legge contro una Brexit senza accordo promossa dal leader dei laburisti, Jeremy Corbyn, con il sostegno dei Lib-Dem e di una pattuglia di ribelli Tory. E Johnson, sconfitto, ha annunciato che oggi, pur non volendole, presenterà una mozione per le elezioni anticipate: «Deve scegliere chi deve andare a Bruxelles per mettere ordine». Ma Corbyn ha già risposto che non sosterrà una mozione per indire elezioni anticipate se prima non verrà approvata la legge che impedisce una Brexit senza accordo.

Lee ha motivato la sua defezione spiegando che «il governo insegue una Brexit dannosa, mettendo a rischio le vite di tutti». In una lettera al primo ministro, Lee ha spiegato che le divisioni sulla Brexit hanno «tristemente trasformato quello che una volta era un grande partito in qualcosa di molto più simile a una fazione nella quale il conservatorismo di una persona viene misurato in base a quanto disperatamente questa persona vuole lasciare l'Unione Europea. Ma forse, quello che è più deludente è che il partito sia stato infettato dal doppio virus del nazionalismo inglese e del populismo». Parlando ai Comuni, Johnson ieri ha riaffermato di voler negoziare un'uscita ordinata con l'Unione Europea e ha insistito che sono stati fatti dei passi in avanti. Ha poi confermato il suo viaggio a Dublino per incontrare il primo ministro, Leo Varadkar con il quale intende discutere delle alternative al backstop per il confine irlandese, punto chiave delle trattative tra Londra e Brussels. Ha però sostenuto che la mossa del gruppo trasversale di deputati di far passare una legislazione che di fatto blocca l'uscita no deal, «distruggerebbe ogni chance di trovare un nuovo accordo».

Johnson sarebbe costretto a chiedere a Bruxelles l'ennesima proroga e lui non intende farlo. «È la legge della resa voluta da Corbyn - ha detto Johnson come alzare bandiera bianca». «Farebbe meglio se misurasse le parole per descrivere questa legislazione ha replicato Corbyn il Regno Unito non è mai stato in guerra con l'Europa, mentre sarà un'uscita senza accordo a segnare una resa e a mettere a rischio le vite, le occupazioni, gli standard di vita e la sicurezza sociale del Regno Unito». «Il suo è un governo senza mandato, senza morale ha proseguito il leader laburista - e da oggi, anche senza maggioranza».

Il leader del partito nazionalista scozzese, Ian Blackford ha detto che la defezione di Lee ha segnato la fine «della più corta luna di miele di un neo primo ministro» e si è detto pronto a tornare al voto in ogni momento.

Ieri, alle 20, lo speaker dei Comuni Berkow aveva approvato la richiesta del dibattito e del voto urgente voluto dalla fronda ribelle.

Commenti