Arriveranno i militari britannici a guidare le autocisterne e consentire di rifornire le stazioni di servizio, rimaste a secco a causa della carenza di conducenti nel Regno Unito. Il ministero della Difesa britannico ha dato il via libera all'operazione, ha riferito una fonte di alto livello della Difesa all'emittente televisiva Sky News. La decisione rappresenta una mossa disperata e fonte di imbarazzo per il primo ministro britannico Boris Johnson, costretto a ricorrere all'utilizzo dei militari a causa della penuria di camionisti provocata dalla Brexit.
La notizia arriva dopo che nella giornata di ieri Downing Street aveva negato piani definitivi per impiegare personale dell'esercito per far fronte alla crisi. «Ovviamente continueremo a valutare tutte le opzioni e fare in modo che siano prese decisioni se necessarie» aveva precisato il portavoce del governo di Londra. Ma evidentemente l'intervento dei soldati si rende ora indispensabile. Lunghe code si sono formate ancora ieri alle stazioni di servizio aperte nel Paese, mentre molte altre sono a secco. Nelle scorse ore i media avevano spiegato che 75 autisti dell'esercito riceveranno un addestramento speciale di 5 giorni per guidare le autocisterne di carburante, a cui potrebbero aggiungersi altri 75 se necessario.
Il governo ha anche pensato di dare la priorità a medici e infermieri in coda alle pompe di benzina in questi giorni a dir poco concitati per il Regno Unito. Se il carburante scarseggia, il sistema sanitario in questo momento delicatissimo di emergenza per la Brexit rischia di pagarne pesanti conseguenze. L'associazione per i Medici del Regno Unito (Bma) ha lanciato l'allarme sul «rischio reale» che il personale del servizio sanitario nazionale (Nhs) non sia in grado di svolgere il proprio lavoro come conseguenza diretta alla crisi del carburante. La denuncia è arrivata da Chaand Nagpaul, esponente di Mba a «Sky News». Secondo Nagpaul, si potrebbe arrivare a un punto in cui i medici non saranno in grado di «fornire servizi essenziali alla vita dei pazienti che ne hanno bisogno urgentemente». Anche se il governo sta facendo di tutto per alleviare il problema, Nagpaul teme che il processo non sarà veloce e i lavoratori della sanità dovrebbero avere accesso prioritario al rifornimento di carburante per poter garantire il loro operato ai pazienti. Nel frattempo le farmacie britanniche stanno ancora ricevendo ordini per garantire la somministrazione ai pazienti delle medicine essenziali, come ha fatto sapere Claire Anderson, presidente della società farmaceutica Royal.
Da fine agosto, la Gran Bretagna sta assistendo ad un problema di approvvigionamenti, con scaffali vuoti nei supermercati, dovuto alla mancanza di almeno 100mila camionisti, molti dei quali europei dell'est, partiti con il Covid e mai più tornati a causa delle nuove regole della Brexit.
Il premier Johnson ha tentato di rassicurare i cittadini sul fatto che la crisi legata al carburante si sta «stabilizzando», sebbene il governo abbia ammesso che servirà ancora tempo perché si torni alla normalità. «Stiamo vedendo che la situazione migliora.
La situazione si sta stabilizzando e le persone dovrebbero essere fiduciose e svolgere le loro attività in modo normale", ha detto il primo ministro. La Petrol Retailers Association aveva aggiunto che ci sono «segnali iniziali» che la crisi sta rientrando. Ma con l'esercito costretto a intervenire.
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