Londra - E adesso cara May? Il disegno di legge che regola l'uscita dalla Comunità Europea torna in aula a Westminster martedì e ieri i giornali della domenica prevedevano altre sonore batoste per il governo britannico. Su Brexit, Theresa May è ormai in stato di perenne assedio da parte di un partito trasversale che a parole vuole la sua testa e, forse, anche fare marcia indietro in quel divorzio sul quale molti hanno ormai cambiato idea, cittadini compresi.
Ieri il Sunday Times rivelava che quaranta membri del suo partito sono già d'accordo per sottoscrivere una lettera di sfiducia nei confronti della Premier, soltanto sette in meno del numero richiesto per far scattare la corsa ad una nuova leadership. Una notizia uscita con un tempismo da killer, se si pensa che mancano soltanto poche settimane al meeting europeo di dicembre in cui dovrebbe venir presentata la bozza di accordo per Brexit e che l'Unione ha minacciato il governo inglese di bloccare ogni accordo commerciale se i britannici non pagheranno il costo dovuto per una «separazione consensuale». I politici europei più esperti affermano inoltre che i negoziati stanno entrando in una «modalità di crisi», che potrebbe far posticipare la presentazione della bozza preliminare da dicembre a marzo, allungando i tempi dell'instabilità e dell'incertezza. Ed è proprio questo clima di enorme inquietudine che May non riesce a sconfiggere, lei che è ormai ridotta al capro espiatorio di tutti i mali.
A Bruxelles hanno già formato una task force preparatoria per un'uscita senza accordo, tanti sono i timori che un eventuale caduta del governo May possa portare ad un'uscita precipitosa dal blocco dei 27. Sempre dalle colonne del Times ieri il leader laburista Jeremy Corbyn invitava May a prendere in mano la situazione oppure ad andarsene lasciando il comando al Labour. Ipotesi, a dir la verità, ancora remota visto che a Corbyn - di cui molti dimenticano il passato euroscetticismo - e ad altri fa ancora troppo comodo avere una May da schiaffeggiare virtualmente ogni volta che si tirano in ballo la Brexit e le tensioni che ha provocato.
Sicuramente fa comodo anche a Boris Johnson, discutibile ministro degli Esteri e a Michael Gove, ex avversario nella corsa alla leadership. Ieri il Mail on Sunday ha infatti pubblicato un documento segreto che i due protagonisti della campagna di Leave, nonché sostenitori di una «hard Brexit», avrebbero fatto arrivare alla May con le istruzioni per portare a compimento l'abbandono dell'Europa. Nel documento intitolato «Uscire dall'Europa - I prossimi passi», i due Tory si dicono preoccupati che la situazione possa sfuggirle di mano e che qualcuno, all'interno del governo, riesca a frenare l'aspirazione del Paese di divenire completamente indipendente e autogovernato entro le prossime elezioni. «Abbiamo sentito dire da qualcuno - scrivono Gove e Johnson - che non possiamo prepararci ad un'uscita senza accordo perché comprometteremmo il nostro impegno di collaborazione con l'Europa.
Se questa posizione venisse presa seriamente - concludono - nel 2021 (anno fissato per le prossime politiche ) ci ritroveremmo con le spalle al muro». All'angolo invece, Theresa May ci si trova già da un bel pezzo e non si sa per quanto dovrà ancora rimanerci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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