Londra. Bruxelles dice sì a una proroga per la Brexit, ma permane l'incertezza sulla data esatta. Per saperla occorrerà attendere la prossima settimana e sperare che i 27 riescano a mettersi d'accordo. A frenare l'Unione sarebbe per ora soprattutto il presidente francese Emanuel Macron, che non pare convinto dell'utilità di concedere l'ennesimo rinvio a meno che Londra non fornisca un motivo che lo giustifichi. «Dobbiamo far vedere agli inglesi che sta a loro chiarire la situazione e che una proroga non è affatto scontata» ha spiegato una fonte molto vicino a Macron. Secondo la Bbc, una decisione potrebbe arrivare già lunedì, ma l'annuncio potrebbe slittare di qualche giorno se i rispettivi ambasciatori dovessero faticare a trovare un accordo sulla data. Si vorrebbe anche evitare un altro meeting d'emergenza al 30 ottobre, che eviti al Regno Unito di lasciare l'Europa senza accordo.
E per la prima volta dopo i proclami del premier Johnson, ieri il ministro del Tesoro Javid ha ammesso che il termine ultimo del 31 ottobre non potrà essere rispettato. «Il governo ha fatto il possibile per lasciare l'Europa entro la fine del mese ha dichiarato ieri ma ora tutti si attendono una proroga». Nel frattempo lunedì il Parlamento inglese sarà chiamato a discutere della proposta lanciata da Johnson di indire elezioni anticipate il 12 Dicembre se l'Unione Europea decidesse di prorogare la Brexit fino al 31 gennaio. Le possibilità di vittoria della mozione appaiono però alquanto limitate, almeno per ora, dato che per passare la proposta ha bisogno dell'appoggio di due terzi del Parlamento e i laburisti non sembrano intenzionati a votare a favore.
La posizione di Corbyn è peraltro sempre la stessa. Il Labour sarà disponibile ad andare al voto soltanto se Johnson cancellerà l'ipotesi di un'uscita no deal. «Se lunedì il primo ministro verrà in Parlamento a dirci chiaramente che non esiste alcuna possibilità di uscire dall'Unione senza un accordo, allora va bene» ha spiegato Corbyn. Per Johnson la scelta migliore sarebbe una proroga più breve, fino al 15, massimo al 30 novembre. «Nessuno crede che i laburisti ci consentiranno veramente di portare a compimento la Brexit a meno che non si fissino le elezioni il 12 dicembre» ha detto Johnson e giovedi' il governo aveva anche minacciato di bloccare tutti i lavori del Parlamento se non fosse passata la sua mozione. Poi però aveva fatto marcia indietro e un portavoce di Downing Street aveva chiarito che la sospensione dei lavori si riferiva soltanto alla legislazione sulla Brexit e che il primo ministro è deciso a portare avanti la sua dinamica e ambiziosa agenda domestica anche nel caso i parlamentari respingessero il ritorno anticipato al voto.
La data scelta da Johnson peraltro non è sicuramente la più indicata, soprattutto nel Regno Unito dove le vacanze di Natale durano almeno tre settimane. Una campagna elettorale in pieno periodo festivo troverebbe pochi sostenitori, anche nell'opinione pubblica.
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