La classe unita vince sui bulli. Botte, insulti, addirittura le sigarette accese spente sul collo. Una tortura, un tormento continuo in corridoio, in bagno, in cortile e fuori dalla scuola. Due aguzzini contro una vittima debole che dopo mesi di tormento era caduta nella disperazione tanto da non osare nemmeno andare in bagno durante le ore di lezione per non trovarsi da sola di fronte ai suoi due persecutori.
Ma questa volta i compagni non sono rimasti a guardare, non hanno abbassato lo sguardo pensando «non sono affari miei». Si sono alzati e hanno detto basta denunciando i due bulli con un esposto consegnato al dirigente scolastico che lo ha a sua volta girato alla questura. Conclusione: i due ragazzi prepotenti e violenti sono finiti in comunità e lo studente tormentato finalmente potrà andare a scuola senza vivere nel terrore.
Da Perugia arriva una storia a lieto fine che regala un pochino di speranza in questo ultimo scorcio dell'anno affollato da notizie drammatiche di adolescenza smarrita e giovani fragili incapaci di darsi un limite nel bene e nel male.
La denuncia dei compagni di classe sulle vessazioni subite dal loro coetaneo ha fatto scattare le indagini della Squadra mobile, sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni dell'Umbria.
Le forze dell'ordine sono state così in grado di ricostruire «un inquietante quadro di protratte condotte vessatorie» e di individuare le responsabilità penali dei due minori. Visti i gravi indizi di atti persecutori, il gip ha disposto la misura cautelare del collocamento in una comunità. Oltretutto uno dei due bulli era stato già arrestato pochi giorni prima perché accusato di «aver assoggettato altri ragazzi a plurimi episodi di rapine e tentate estorsioni».
Nei confronti dello studente difeso dai compagni i due sono stati ritenuti responsabili violenze fisiche e psicologiche dentro e fuori dalla scuola: offese, ingiurie, percosse, pugni alla schiena, ma anche sigarette spente sul collo della loro vittima, la cui vita si era trasformata in un vero e proprio incubo. Il ragazzino aveva frequenti crisi di pianto e aveva condizionato tutti i suoi spostamenti allo scopo di cercare di evitare i suoi torturatori.
Il fenomeno del bullismo non soltanto non accenna a diminuire ma in alcuni casi sfocia come a Perugia in veri e propri atti criminali. La prima difesa è uscire dall'isolamento, denunciare, cercare aiuto dai propri compagni di classe e dagli insegnanti.
Una recente indagine realizzata da Eures su un campione di oltre mille ragazzi nelle scuole romane ha confermato un andamento in crescita: oltre 9 giovani su 10 hanno raccontato di essere stati coinvolti in episodi di bullismo.
Il 66,9 per cento dei giovani è stato almeno una volta vittima di bullismo mentre l' 81,3 ha assistito ad uno o più di tali episodi. Sono tanti, il 37,8, anche i ragazzi che ammettono di aver commesso una o più volte atti di bullimso.
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