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"C'è un regolamento". Ma la strada per Conte è piena di ostacoli

L'istanza presentata dal MoVimento 5 Stelle per ripristinare la leadership di Conte punta ad accorciare i tempi. La controparte però è sicura che possano servire 80 giorni per la sentenza. E il percorso dei grillini in Tribunale può complicarsi ancora

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Il MoVimento 5 Stelle, con Beppe Grillo e Giuseppe Conte in testa, sta provando a ribaltare la partita sulla sospensione delle delibere che ha azzerato le cariche ma la strada sembra tutto fuorché semplice per i grillini.

Anzitutto le tempistiche: i pentastellati confidano che la sentenza possa arrivare in breve tempo ma, stando alla versione della controparte, potrebbero essere necessari più o meno tre mesi per arrivare alla fine della corsa. L'ex "avvocato del popolo", a prescindere dall'esito giuridico di questa vicenda, risulterebbe "congelato" per un'ottantina di giorni. E il clima non sarebbe facile da gestire.

Il ricorso - un'istanza di revoca - presentato in queste ore si basa su uno scambio di mail che i 5S sembrano considerare un regolamento. Un documento rinvenuto a sorpresa ed in cui, il duo Luigi Di Maio-Vito Crimi (l'esponente che ha detto di aver ripescato il testo in questione) disponeva al riguardo delle votazioni sulla piattaforma Rousseau in questo senso: "Potranno quindi prendere parte a tutte le future convocazioni dell'Assemblea, gli iscritti da almeno sei mesi con documento certificato". Basterà a convincere i giudici?

Le tattiche processuali dell'avvocato Lorenzo Borrè - il legale che, su mandato di alcuni ex attivisti, continua a mettere in difficoltà il MoVimento 5 Stelle con i suoi atti, - sono difficili da rivelare con anticipo. Se non altro perché l'avvocato tende a tenere le future mosse coperte. Sappiamo, però, come sia stata ventilata un'istanza al Garante della Privacy per comprendere chi sia il responsabile del trattamento dei dati: "A questo punto - ha fatto sapere l'avvocato all'Agi qualche giorno fa - si pone il problema del trattamento dei dati degli iscritti. Chi è il responsabile? Faremo un'istanza al Garante della privacy. Credo che la faranno anche gli esponenti del M5s, considerate pure le multe salate previste in questi casi".

Sarebbe l'ennesima gatta da pelare per un universo - quello grillino - che si è incartato in aula di Tribunale e che fatica - com'è evidente - a giustificare il caos all'esterno. Intanto Vito Crimi ha rilasciato un'intervista a Repubblica in cui spiega le modalità attraverso cui è avvenuto il ritrovamento della mail: "Di Maio ci mandò una mail in cui chiedeva di fissare questa regola: che le convocazioni online degli iscritti fossero aperte a chi avesse più di 6 mesi di anzianità. Ho telefonato ai colleghi del comitato di Garanzia che presiedevo, Roberta Lombardi e Giancarlo Cancelleri, e ho risposto: diamo parere favorevole", ha detto. Ma da qui a sostenere che questo "regolamento" possa bastare ce ne passa.

Crimi ha anche sostenuto che Conte non necessiti poi di chissà quale riconoscimento, avendo trionfato dal punto di vista politico.

Un'altra motivazione che, al netto della fondatezza, risulta complessa da sostenere in Tribunale.

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