Cadono le Borse, in fumo 269 miliardi. Milano perde il 2,5% e l'oro sale ancora

Oltre alle tariffe fanno paura i dati Usa sul lavoro. Trump: "Numeri truccati"

Cadono le Borse, in fumo 269 miliardi. Milano perde il 2,5% e l'oro sale ancora
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Gli investitori avevano da tempo segnato un circoletto rosso per il primo agosto e puntualmente si è confermato un giorno infausto sui mercati. Alle turbolenze legate ai dazi si è aggiunta la doccia fredda dal mercato del lavoro statunitense, che mostra segnali di cedimento prima di quanto gli economisti si aspettassero. A fine giornata le Borse europee hanno chiuso tutte in forte ribasso bruciando complessivamente 269 miliardi di capitalizzazione. Parigi ha guidato i ribassi cedendo il 2,9%, Francoforte il 2,6%, mentre Piazza Affari ha segnato -2,55% con il tonfo di banche e industriali. Milano ha eroso 22 miliardi con il Ftse Mib ricacciato sotto quota 40mila punti.

L'ordine esecutivo firmato da Donald Trump, che prevede dazi per decine di paesi a partire dal prossimo 7 agosto, ha dato subito una scossa negativa ai mercati che vedono l'incertezza legata alla guerra commerciale protrarsi ulteriormente con gli accordi annunciati nei giorni scorsi, a partire da quello con l'Unione Europea su dazi al 15%, che in realtà mancano ancora di molti dettagli. In aggiunta, gli investitori temono che la mano dura con cui il presidente statunitense ha deciso di colpire il Canada (tariffa al 35%), uno dei principali partner commerciali, andrà ad alimentare non poco le pressioni al rialzo sull'inflazione statunitense e rendere alquanto difficile il compito nei prossimi mesi della Federal Reserve che contestualmente vede materializzarsi i primi segnali di cedimento del mercato del lavoro a stelle e strisce. A luglio la crescita degli occupati ha deluso notevolmente le attese attestandosi a 73mila nuove buste paga rispetto alle 104mila previste, ma a preoccupare gli investitori è stata la più grande revisione netta al ribasso degli ultimi cinque anni - ben 258mila unità in meno a maggio e giugno - che getta una luce completamente diversa sulla salute dell'economia statunitense a seguito degli annunci del Liberation Day del 2 aprile. "A mio parere, i dati sull'occupazione di oggi sono stati truccati per mettere in cattiva luce i Repubblicani, e me", ha scritto su Truth Trump mettendo in dubbio la veridicità delle statistiche del ministero del Lavoro. C'è chi parla apertamente di report "spartiacque" per le sorti del mercato del lavoro che non fa presagire nulla di buono per il futuro nonostante il tasso di disoccupazione rimanga nei pressi dei minimi storici (4,2% a luglio).

La perdita di slancio dell'occupazione aumenta non poco la pressione dei mercati per un intervento della banca centrale americana. Ieri, subito dopo i dati macro, i futures sui fed funds hanno visto impennarsi le probabilità implicite di un taglio dei tassi nella riunione Fed del 17 settembre. Se la debolezza dell'occupazione si confermerà nei prossimi mesi, gli analisti di Ing ipotizzano fino a tre tagli da parte della Federal Reserve entro fine anno anche davanti a un temporaneo aumento dell'inflazione dovuto ai dazi. Oltreoceano i principali indici di Wall Street hanno segnato cali nell'ordine del 2%, mentre i rendimenti dei Treasury sono scesi in virtù dell'aumento delle scommesse su tagli dei tassi. Sentiment di mercato intaccato anche dal tonfo dell'8% di Amazon dopo la trimestrale sotto le attese. L'aumento dell'avversione al rischio ha invece fatto scattare gli acquisti sull'oro, tornato a imporsi come bene rifugio per eccellenza e riportatosi sopra la soglia dei 3.

400 dollari l'oncia. Male il petrolio (giù del 3% il Brent sotto quota 70 dollari al barile) così come il bitcoin, sceso sotto i 115mila dollari. Sul valutario, infine, sbandata del dollaro che ha ceduto oltre l'1% contro l'euro.

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